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Rimborsi depurazione, il caso Valbondione all’esame in Provincia

Valbondione comune

Sarà l’Ufficio d’ambito (Ato) della Provincia di Bergamo che si occupa del servizio idrico integrato a decidere in merito ai rimborsi della quota di depurazione nel comune di Valbondione. Lo conferma Paolo Franco, presidente di Uniacque. Un incontro è in programma nei prossimi giorni. In quella sede si vedrà se l’Amministrazione comunale dovrà provvedere con i propri fondi oppure se toccherà alla società una volta che avrà preso in gestione il servizio.

Il Comune di Valbondione ha deciso da tempo di cedere le reti a Uniacque. Una scelta che nei fatti non si è ancora concretizzata, al contrario di quanto avvenuto con i vicini di Gandellino, che hanno deliberato il passaggio a fine 2015. «Dal punto di vista pratico, si tratta di ricevere dagli uffici tecnici dei Comuni direttamente la cessione dell’impianto – precisa il presidente di Uniacque, Paolo Franco –. Per quanto riguarda Gandellino, dall’11 gennaio di quest’anno abbiamo già preso in totale gestione il servizio, quindi la captazione e la valutazione dello stato di fatto delle opere necessarie per quanto riguarda il sistema dei reflui, che attualmente ha delle criticità nei punti terminali non depurati. Per quanto riguarda Valbondione, invece, siamo ancora in fase di sopralluogo, di verifica delle condizioni della captazione dell’acqua e dello stato e della consistenza della rete del refluo. Quindi, ad oggi il servizio non è stato ancora preso in carico, cosa che avverrà nei prossimi mesi».

Il presidente di Uniacque Paolo Franco
Il presidente di Uniacque Paolo Franco

È anche questa situazione interlocutoria a tenere in sospeso la questione depurazione. Una sentenza della Corte costituzionale impone infatti di restituire la quota di tariffa dove mancano gli impianti. «Per quanto concerne i Comuni che avevano già delegato il servizio, noi abbiamo suddiviso in due periodi annuali e cominceremo a restituire nelle bollette degli ultimi mesi», sottolinea ancora Paolo Franco. Da segnalare che Uniacque non solo provvederà a restituire i soldi per gli anni in cui aveva in gestione il servizio, ma anche per quelli precedenti, quando tutto il ciclo dell’acqua era in carico ai Comuni. Valbondione, però, di fatto non ha ancora ceduto le reti. E quindi toccherebbe all’amministrazione sobbarcarsi i rimborsi. Una spesa non indifferente per il bilancio di un piccolo paese.

«A regolamentare questa modalità di restituzione è l’ufficio Ato della Provincia – spiega Paolo Franco –. Per quanto riguarda Valbondione, ad oggi non abbiamo alcuna indicazione da parte dell’Ato. Nelle prossime settimane ci sarà un incontro nel quale andremo a definire cosa fare. Il fatto di dover restituire la quota di depurazione significa che queste opere non sono mai state eseguite e non c’è stata la possibilità della varie amministrazioni di farle. Quindi, Uniacque è l’unico sistema che potrà consentire a questi comuni di mettersi in regola con i reflui e la depurazione. In quest’ottica Uniacque quest’anno ha fatto investimenti sul territorio pari a 20 milioni di euro per opere legate alla depurazione. Interventi che vanno nella direzione di rientrare dalle sanzioni europee e di metterci al passo coi tempi e poter fregiarsi di quell’economia legata al turismo sotto tutti i profili. L’ecosostenibilità ambientale non è tale se continuiamo a buttare i reflui nel fiume».

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