La viabilità è tornata da qualche tempo in cima all’agenda politica della Val Seriana. Il tram fino a Vertova, interventi attesi da anni come la variante di Cerete o nodi irrisolti come le curve della Selva, chiedono azioni incisive anche da parte degli amministratori del territorio. Per svolgere il necessario ruolo di coordinamento è scesa in campo la Comunità montana. L’obiettivo è trovare una sintesi condivisa che sia punto di partenza per muoversi sugli scenari sovraccomunali. Detto altrimenti, i sindaci provano a fare squadra per portare a casa qualche risultato concreto.
Un primo banco di prova è stato l’incontro di lunedì in Provincia convocato dal presidente Matteo Rossi insieme al consigliere delegato Pasquale Gandolfi. «Abbiamo cercato di essere molto pratici e concreti – sottolinea il presidente della Comunità montana, Alberto Bigoni -. Ci siamo presentati con un documento approvato in Giunta con il quale abbiamo cercato di identificare una serie di interventi che riteniamo siano necessari per il miglioramento della viabilità e della mobilità nella nostra valle. Li abbiamo identificati suddividendoli in tre distinti livelli d’ambito».
«Il primo livello – prosegue Bigoni – è quello che vede la presenza di interventi dal costo decisamente importante, diciamo ben oltre i 10 milioni di euro, che riguardano strettamente le problematiche della rotaia, quindi il prolungamento da Albino a Vertova del tram. Un intervento di cui si è già parlato e il cui costo è stimato in 37 milioni di euro e la ricaduta a livello di valle. Nel secondo livello l’unità di misura va comunque oltre al milione di euro, ma la ricaduta è ristretta ad ambiti più definiti. Mi riferisco a opere come la variante di Cerete, alla variante Ponte Nossa-Clusone per tagliare le curve della Selva e il miglioramento dell’accesso all’ospedale di Piario. Infine, c’è un livello tre. Si tratta di interventi dal costo più contenuto, ma non per questo meno importanti, con una ricaduta più precisa. Mi riferisco alla rotatoria di Ponte Nossa e al rimodellamento dell’accesso al ponte di Cene».

Il documento, insomma, è una sorta di prima fotografia delle necessità della Val Seriana a livello di viabilità. Uno schema di partenza. «È sufficiente questo documento?Assolutamente no – prosegue Bigoni – . Tant’è vero che lunedì mi sono impegnato a sentire i 38 sindaci tramite un documento già spedito a tutti, con il quale chiedo di integrare questi tre livelli con gli eventuali suggerimenti che possono pervenire dai singoli amministratori, in modo tale che entro poche settimane si possa andare in assemblea della Comunità montana e definire una graduatoria che permetta di stabilire le priorità di intervento».
Quest’altro documento sarà la base di partenza per presentare a Provincia, Regione e Governo le richieste del territorio. E sollecitare adeguate risposte. «Anche lunedì scorso non ho mancato di dire alla Provincia, nel ringraziare presidente e consigliere per averci invitati, che purtroppo sentiamo parlare troppo poche volte della Val Seriana rispetto ad altri territori», commenta il presidente della Comunità montana. Bigoni aggiunge: «Ma anche noi amministratori, se vogliamo essere efficaci e incisivi, dobbiamo essere coordinati. La Comunità montana si è quindi messa in gioco, ben sapendo che viabilità e mobilità non sono strettamente di sua competenza. Ma quando si rappresentano 38 sindaci, e un’intera valle di 140 mila abitanti, non si può prescindere dall’essere propositivi e soprattutto fare sintesi».