Incontro di alto livello questa mattina per i ragazzi al quinto anno del Fantoni di Clusone: gli studenti della scuola superiore hanno potuto ascoltare un intervento della dottoressa Valeria Fichera: consigliere al Dipartimento Africano del Fondo Monetario Internazionale.
«Sono qui di passaggio per motivi personali a Clusone – spiega Fichera -. Mi è stato chiesto di fare una presentazione sul Fondo Monetario Internazionale e su cosa implica fare una carriera in un’istituzione del genere». Il Fmi è una delle istituzioni create nell’immediato dopoguerra per stabilire la cooperazione multilaterale nell’ambito economico. È un organismo che fa parte delle Nazioni Unite, ma non è sottoposto alla Segreteria delle Nazioni Unite, è indipendente ed è nato insieme alla Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (Banca Mondiale) con la conferenza delle Nazioni Unite tenutasi a Bretton Woods nel luglio 1944.
Fichera ha presentato agli studenti la propria esperienza personale spiegando come è possibile lavorare al Fondo Monetario Internazionale: «Io sono un’economista. Per noi le modalità di reclutamento sono internazionali e il Fmi ha periodiche missioni di reclutamento in giro per tutto il mondo. In Italia il Fmi visita tre o quattro università con le facoltà di economia ai più alti ranghi nelle classifiche mondiali. Io ai tempi stavo svolgendo un dottorando di Economia all’Istituto Universitario Europeo quando una missione di reclutamento mi ha approcciato per farmi un’intervista e vedere se ero una potenziale candidata per il lavoro al Fondo».
Gli economisti del Fmi sono impegnati in continue visite in giro per il mondo. «Normalmente gli economisti del Fmi – spiega Fichera – lavorano in squadre e visitano i Paesi membri (187 in tutto). Ogni Paese accoglie almeno una volta all’anno una delegazione in quella che viene chiamata “visita per la consultazione” (secondo quanto previsto dall’articolo IV dello statuto del Fondo). Anche l’Italia è soggetta a questa visita in cui vengono analizzati gli sviluppi economici del Paese e si forniscono consigli e indicazioni sulle politiche economiche da mettere in opera per risolvere problemi economici di natura nazionale».
L’incontro con Fichera è stata anche una buona occasione per capire qualcosa di più sull’attuale situazione economica del nostro Paese. «L’Italia insieme alla maggioranza dei Paesi europei è stata soggetta a una grossa crisi iniziata nel 2009. Purtroppo la ripresa in tutto il mondo è stata più lenta di quel che ci si aspettava e negli ultimi anni le politiche monetarie dalla Banca Centrale Europea stanno cercando di aiutare tutti i Paesi europei a stimolare il credito per favorire l’attività economica, ma ancora l’obiettivo non è stato raggiunto. Alcune buone notizie vengono dai costi limitati del petrolio che dovrebbero aiutare a dare uno stimolo, tuttavia la ripresa del credito è lenta e non consente alle imprese di attivare le loro operazioni, non perché il credito non sia disponibile: la domanda interna non è sufficientemente dinamica, la gente ha perso il lavoro e le persone non vedono una soluzione chiara mentre le imprese non investono a sufficienza per assorbire la forza lavoro che permetterebbe alla domanda economica interna di ripartire a un certo ritmo».
E la bilancia commerciale del nostro Paese? «Dal punto di vista delle relazioni commerciali l’Italia si è ripresa, le esportazioni sono ripartite, purtroppo la domanda interna è ancora molto bassa rispetto quel che sarebbe necessario per fare aumentare la crescita e i livelli del 2-3%, cifre che per l’Italia, un Paese a bassa crescita demografica, corrisponderebbero a una crescita attiva». Visita il sito del Fmi.


















