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In Valle Seriana verso sinistra, passando dal referendum

Anche in Valle Seriana si comincia a lavorare per la costruzione di Sinistra italiana. Lunedì, ad Albino, si terrà un primo incontro per gettare le basi del percorso verso il nuovo soggetto politico, che si vuole alternativo al Partito democratico. L’impegno di questi primi mesi sarà soprattutto orientato alle campagne referendarie: quella imminente per il voto del 17 aprile sulle trivellazioni in mare e quella successiva per la consultazione sulle riforme costituzionali.

Sinistra italiana può già contare su un gruppo parlamentare di cui fanno parte alcuni fuoriusciti dal Pd, guidati da Stefano Fassina, esponenti di Sinistra ecologia e libertà ed ex del Movimento 5 Stelle. L’obiettivo è giungere per fine anno alla costituzione di un partito. «È un’esigenza sentita da chi è insoddisfatto di come sta andando la politica nel nostro paese. Soprattutto dopo che il Pd in mano a Renzi con la sinistra non ha più niente a che vedere e i contenuti dei provvedimenti che adotta sono lontani anni luce da quelli che sono i valori della sinistra», osserva Gino Gelmi, di Albino, ex coordinatore provinciale di Sel.

«Ci siamo dati un anno di tempo per costituire questo soggetto unitario – prosegue Gelmi –. Abbiamo preso la responsabilità di sciogliere Sel, che era la componente organizzata più significativa, ma perché puntiamo a costruire un soggetto davvero innovativo e davvero capace di lanciare una sfida su temi concreti. Quindi anche il circolo di Albino di Sel si scioglie, si mette a disposizione di questo progetto e spera di raccogliere la sensibilità di tante persone, sapendo che oggi è difficilissimo perché la politica ha toccato veramente il fondo in termini di credibilità e trovare persone disposte a mettersi in gioco non sarà facile, però non abbiamo alternative. Credo sia davvero importante superare le disillusioni, il rammarico, la delusione e riprovare a mettersi in gioco, perché solo la partecipazione politica è in grado di tutelare soprattutto i bisogni dei più deboli».

In Valle Seriana si parte dall’incontro di lunedì (14 marzo), alle 20,45, nella sede della Comunità montana. «Abbiamo chiamato un po’ a raccolta tutte le persone che desiderano confrontarsi con questo percorso, ma non in modo astratto. Abbiamo voluto individuare nelle campagne referendarie che sono alle porte il terreno concreto su cui misurare la disponibilità, a partire non da formulette, ma da contenuti», sottolinea Gelmi.

Il primo impegno è dietro l’angolo: a metà aprile gli italiani saranno chiamati a votare per il referendum promosso da nove Regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) per fermare le trivellazioni in mare. «Il Governo punta al fallimento di questa consultazione, perché l’ha definita in date molto ravvicinate e non ha voluto l’abbinamento con le elezioni amministrative, che avrebbe abbassato anche i costi – sostiene Gino Gelmi –. Noi invece cercheremo di essere presenti a fianco delle Regioni che l’han chiesto, perché il referendum contro le trivellazioni in mare concesse alle società petrolifere senza limiti di tempo evidentemente è un tema che tocca soprattutto, in modo diretto, l’economia marittima, l’economia turistica delle regioni coinvolte. Però, siccome è in ballo anche una visione diversa sull’approvvigionamento energetico, è importante che prendano posizione pure zone come le nostre magari non direttamente coinvolte».

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