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Premiato Christo a Pisogne, l’artista torna a New York

Premiato ieri sera a Pisogne (giovedì 14 luglio), all’interno di uno dei momenti più importanti del Festival “I volti del Romanino”, Vladimirov Yavachev Christo. Nella chiesa di Santa Maria della Neve l’artista bulgaro ha ricevuto il premio dedicato proprio al pittore che ha affrescato gli interni del luogo di preghiera nei primi anni trenta del ‘500.

Christo premiato a Pisogne-2

Per l’artista è stata anche l’occasione per tornare a parlare di The Floating Piers: «Sono successe tante cose, ma quanto è accaduto ha coinvolto il mondo reale e tutto era vero, il sole, l’acqua, le persone che camminavano, i metri e metri di tessuto non erano fotografie, immagini, dipinti: erano veri e concreti. Tutto il progetto si è basato su cose concrete per una vera esperienza fisica. Si poteva sentire fisicamente. E se non avete provato piacere in questa esperienza significa che il progetto non era per voi. Quando si entra in una galleria, in una chiesa, come questo luogo, c’è a volte freddo, umido, condizioni che possono cambiare: un’esperienza dunque che coinvolge fisicamente».

«Non si possono possedere queste cose, non ci appartengono, questi progetti è solo sulla libertà, assoluta e totale libertà. Nessuno possiede questo progetto, nemmeno io, non è di nessuno. Per tradurre una totale assoluta libertà ecco perché queste opere devono sparire. Io stesso non lo posseggo, il progetto è oltre se stesso, è la libertà totale, io non posso possederlo, voi non lo potete possedere, ecco perché il progetto deve sparire e solo una volta nella vita, non ci sarà più The Floating Piers in nessun altro posto nel mondo. Mi hanno chiesto se si poteva portare un pezzo di The Floating Piers a Los Angeles, ma non ci sarà nessun edificio impacchettato di quelli che ho già coperto. Ecco perché la gente è venuta a vedere tutto ciò perché sapeva che avrebbe avuto un’unica opportunità nella vita».

Presente alla serata anche il presidente della Fondazione Brescia Musei Massimo Minini il primo a ricevere il premio Romanino giunto quest’anno alla sua seconda edizione. «The Floating Piers – ha detto Minini – è stata un’occasione irripetibile per il nostro territorio. Non credo si possa in futuro avere artisti di questo livello capaci di portare così tanta gente sul Sebino. Per chi dice che questa non è arte ci riferiamo a un arco temporale enorme che va dalla Preistoria a oggi e l’arte degli albori della civiltà era una cosa, quella di oggi un’altra: l’arte muta continuamente e nel ventesimo secolo ce ne sono nate di tutti i colori. Christo è l’erede dei grandi paesaggisti, ma nel ventesimo secolo il paesaggio non viene dipinto, questi artisti intervengono, ci portano una fetta di mondo apparecchiata affinché noi possiamo esperirla. Come noi entriamo nella chiesa di Romanino, io tenterò questo paragone perché per entrambi c’è l’idea di entrare nell’opera».

«Ritengo giusto – ha detto il sindaco di Pisogne Diego Invernici – che il territorio riconosca a Christo di avere donato attraverso la sua opera un’immagine alle nostre località sullo scenario internazionale. La comunità di Pisogne ha come maggiore patrimonio gli affreschi del Romanino, era giusto che la cosa più bella di Pisogne venisse riconosciuta al grande artista Christo. Noi siamo onorati di quello che ha fatto, meritava questo premio».

Christo oggi è in partenza, torna a New York dove vive. La società che ha seguito l’evento procede nel frattempo con la sua opera di smantellamento dell’installazione.

Premiato Christo a Pisogne
Christo, Minini e Invernici

«Abbiamo lavorato due anni con la comunità – ha detto Christo (nell’intervista nel filmato pubblicato qui sotto) -, con i sindaci di Sulzano e Montisola, con l’area, con chi ha avuto a che fare con le prenotazioni dei numerosi turisti, con le diverse agenzie e gruppi coinvolti a diverso titolo in questo progetto. Non avremmo mai immaginato così tante persone, pensavamo molte meno. Per nessun progetto è possibile predire come andrà. Questo è un momento in cui le persone hanno dimostrato passione. C’è stato qualche problema nell’aspettare in fila, ma hanno dimostrato un grande interesse nel venire per camminare sulle acque. Tutti i progetti sono fisici, l’ho detto, non sono da guardare, da girarci intorno, sono fisici. Questo è il perché questo progetto è stato disegnato e costruito, fare camminare su percorsi di due chilometri e mezzo e passerelle sull’acqua di tre, per sentire la differenza nei piedi, in quanto è meglio camminarci con i piedi, quando ci cammini con i piedi senti il tessuto, è una sensazione che percepisci sui marciapiedi e sui pontili galleggianti. Abbiamo fatto camminare 1,5 milioni di persone facendole andare da nessuna parte, per il gusto di camminare. Non sono andati a trovare amici, a fare shopping, a prendere un aereo, è la parte più poetica del progetto, portare le persone a camminare senza una meta».

Il festival “I volti del Romanino” continua: a Pisogne sabato 23 luglio (ore 20,45, Chiesa di Santa Maria della Neve) è in programma una serata dal titolo “Il talento del Romanino” con Daniel Adomako (voce) e Alessandro Costantini (tastiera). Giovedì 25 agosto la premiazione del concorso di pittura “Romanino”: evento in scena presso Palazzo Simoni Fe a Bienno. Domenica 18 settembre a Pisogne (ore 18, Chiesa di Santa Maria della Neve) “Il mio Romanino” con la poetessa Franca Grisoni (presentazione del libro “Crus d’amor. Croce d’amore”. La chiusura del Festival con la serata “Romanino a sei corde” a Pisogne venerdì 20 settembre (ore 20,45, Chiesa di Santa Maria della Neve) con Giulio Tampalini (chitarra).

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