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Richiedenti asilo, un anno di accoglienza a Villa Iesus

Da poco più di un anno a Castione della Presolana, presso Villa Iesus, la cooperativa Ruah ospita una cinquantina di richiedenti asilo.

«Attualmente sono 56 – spiega Chiara Visini, coordinatrice dei centri di accoglienza dell’Alta Valle Seriana della cooperativa Ruah – e vengono da diversi paesi: Gambia, Ghana, Pakistan, Mali, Togo, Costa d’Avorio, Nigeria. Sono tutti maggiorenni e maschi e la maggior parte è compresa tra i venti e trent’anni. Parlano inglese e francese, oltre ovviamente i loro diversi dialetti. Tra questi un buon numero sta acquisendo una certa padronanza dell’italiano grazie ai corsi che hanno frequentato sul territorio».

Villa Iesus accoglie richiedenti asilo da circa un anno, ma la maggior parte di quelli che oggi abitano la struttura non sono gli stessi del primo contestato arrivo. «Dopo 7-8 mesi si cerca di spostare i ragazzi più meritevoli e che si sono meglio integrati nei progetti di accoglienza diffusa – continua Visini -. Dallo scorso anno abbiamo già trasferito 35 ragazzi e ogni volta che uno se ne va c’è un altro giovane che prende il suo posto».

Intorno alla struttura ruotano numerosi volontari, persone del territorio che hanno sentito di doversi attivare per questi giovani. In valle si è strutturato un gruppo: il Comitato Accoglienza Valle Seriana che ha mobilitato un buon numero di persone impegnate su più fronti: dalle lezioni, alle visite sul territorio o altre occasioni di socializzazione come momenti di sport (soprattutto partitelle di calcio o gite in bicicletta). Grazie agli operatori della cooperativa e ai volontari sono stati attivati numerosi progetti: un corso sui rischi del lavoro attivato dai comuni di Castione della Presolana e Rovetta, laboratori di ceramica e di bricolage. C’è inoltre chi coltiva l’orto e i ragazzi badano a tutto quello che serve impegnandosi direttamente nella preparazione dei pasti e per la pulizia della struttura.

Villa Jesus a CAstione-2 - Copia

Il livello di istruzione è vario. «Tra gli ospiti ci sono anche ragazzi laureati – aggiunge la coordinatrice -. Noi lavoriamo principalmente sull’apprendimento della lingua italiana: in ogni campo di accoglienza c’è una scuola di italiano divisa su diversi livelli di istruzione e con lezioni ogni 3-4 volte ogni settimana».

Orto dei migranti a Castione

Incontrando alcuni ragazzi raccogliamo anche le loro storie. Un giovane della Nigeria ci racconta ad esempio di avere lasciato la sua casa per motivi politici e di avere attraversato il deserto su di un camion sul quale sono morte per asfissia un paio di persone. Un altro invece, su di un barcone diretto verso l’Italia, ha visto la morte di alcuni compagni di viaggio. Storie di vita ora al vaglio delle commissioni per la valutazione dello status dei richiedenti, commissioni che a distanza di anni dall’inizio dell’emergenza attendono ancora di essere seriamente potenziate, unico intervento in grado di accorciare la permanenza di questi giovani nelle strutture come Villa Iesus.

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