“Grazie ai 3 milioni di cittadini lombardi che sono andati a votare e al 95 per cento di coloro che hanno votato Sì”: sono le parole di Roberto Maroni durante la conferenza stampa nella notte organizzata presso la Sala Stampa di Palazzo Lombardia.
Sulla sezione dedicata del sito della Regione (www.referendum.regione.lombardia.it) non è al momento possibile accedere ai risultati del referendum (ma si viene reindirizzati), situazione che si è ripetuta anche intorno alle 19 di ieri. Una nota informativa delle 3 comunica che “si stanno completando le operazioni di scrutinio del Referendum per l’Autonomia nelle 9224 sezioni lombarde. Al momento i risultati riguardano il 95% delle 24 Voting Machine: l’affluenza è pari al 37,7%. La stima del dato finale dell’affluenza oscilla tra il 38 e il 39%. Per un numero di votanti di circa 3 milioni. Il sì raccoglie il 95,3%, il no il 3,9, le schede bianche il restante 0,8%. Si sono registrate alcune criticità tecniche nella fase di riversamento dei dati delle rimanenti Voting Machine. Pertanto i risultati completi potranno essere resi noti nella giornata di lunedì 23 ottobre ad operazioni concluse”. A questo link un articolo con i risultati parziali delle 19 di ieri.

Attraverso il sito dell’agenzia del Pirellone, Lombardia Notizie, Roberto Maroni afferma: «Abbiamo ottenuto un primo risultato storico per Regione Lombardia abbiamo sperimentato un sistema di voto innovativo e sono molto soddisfatto per come siamo riusciti a gestire il nuovo sistema di voto, elettronico. Un sistema complesso, che ha coinvolto tante persone, che per la prima volta lo hanno gestito, abbiamo avuto qualche criticità, ma il sistema ha funzionato, i paventati hackeraggi non si sono verificati, perché è un sistema iper sicuro, come abbiamo sempre detto, i cittadini onesti sono entrati, gli hacker sono rimasti fuori».
«Da domani (oggi) – continua Maroni – partiranno le procedure per avviare il tavolo, cominciando in Consiglio regionale, sentiti gli enti locali, come prevede la Costituzione, e nei prossimi giorni convocheremo tutti gli stakeholder per poi arrivare a presentare la richiesta al Governo che poi avrà 60 giorni di tempo per convocarci – ha spiegato Maroni -. Intendo costituire una squadra che tratti con il Governo e in questa squadra vorrei fossero anche i sindaci del Pd che hanno detto sì al referendum, perché credo sia utile nell’interesse della Lombardia, a partire da Gori, con cui ho già parlato ieri. Sala invece non è andato a votare. Questo non è stato il referendum di Roberto Maroni né di una parte politica, ma dei Lombardi e mi conforta la grandissima adesione».

Abbiamo contattato i principali referenti dei partiti a livello bergamasco. Ecco le prime reazioni:
«Siamo molto contenti – ha dichiarato il coordinatore provinciale di Forza Italia Paolo Franco – per il risultato in chiave regionale dove ci eravamo posti l’obiettivo di almeno tre milioni di Lombardi. In particolare modo noi di Forza Italia Bergamo, essendo la nostra provincia trainante rispetto a tutte le altre. Inoltre visto le percentuali nella Bergamasca tra Lega Nord (22%) e Forza Italia (16%), è chiaro che per battere province come Sondrio (dove la Lega è il doppio di noi, 33 a 13) l’elettorato moderato, da noi motivato in questi due mesi di campagna porta a porta, ha dato i suoi frutti ed è il valore in più che in altre province è un po’ mancato. Per noi di Forza Italia doppio motivo di orgoglio. In particolare i Comuni di montagna con percentuali altissime sentono di più la necessità di risorse che il risultato di questo referendum può avvicinare sensibilmente».
«Senza strumentalizzazione di Maroni si poteva fare ancora di più. Risultato comunque positivo, affluenza lombarda sopra le aspettative – afferma il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Dario Violi -. L’atteggiamento scorretto di tutta la Lega Nord ha scoraggiato molti cittadini che per mesi hanno sentito parlare di residuo fiscale, che con questo referendum non c’entra niente. Noi siamo stati l’unica forza politica che ha informato e non fatto campagna elettorale. Grazie al M5S si è votato con il voto elettronico e su un quesito costituzionale. Ora bisogna dare immediatamente seguito alla volontà dei cittadini e aprire con il Governo la trattativa sulle competenze come prevede l’iter costituzionale. Su questo abbiamo le idee chiare: ambiente, dissesto idrogeologico, sviluppo, innovazione e istruzione. Grazie ai lombardi che hanno votato e che hanno capito il senso del referendum, una vittoria dei cittadini e non della Lega».

«Una consultazione, che non ha nessun valore vincolante e che non produce nessun effetto – afferma Matteo Belotti, segretario di Sinistra Italiana sul territorio bergamasco -. Una presa in giro, dato che non avrà nessuna incidenza sulla vita reale dei cittadini lombardi. Una marea di soldi pubblici sperperati, un’infinità di milioni che potevano essere destinati a ben altre iniziative lodevoli, come alla lotta alla disoccupazione e al precariato, o fermando i prossimi tagli alla sanità pubblica che inevitabilmente la distruggeranno, con gravi ripercussioni sulle vite di ognuno di noi. Un gioco di potere quello di Maroni, per dimostrare la propria forza all’interno del proprio partito, per far sì che Salvini non dimentichi le motivazioni dell’origine di questo movimento populista, e al tempo stesso dar via alla propria campagna elettorale che senza alcun dubbio lo vedrà vincente data la pochezza della candidatura del centrosinistra. Già, quel Gori che ha votato sì, dimostrando estrema coerenza con le proprie ideologie che nulla centrano con la parola sinistra, e che così facendo ha contribuito alla consegna del primato in termini di partecipazioni alla provincia di Bergamo».

«Al netto di un sistema di raccolta dati che ha lasciato a desiderare (se comparato col Veneto, ma anche rispetto ai normali tempi della Prefettura) – afferma il segretario del Pd bergamasco Gabriele Riva –, il risultato in termini di affluenza non è esaltante se paragonato a quello Veneto, ma indice comunque che il tema è sentito. Come Pd avevamo lasciato libertà di coscienza convinti del sì sul merito del quesito, ma non sull’utilizzo improprio dello strumento, con una evidente mistificazione giocata a ridosso della campagna elettorale. Ora il tema sarà come declinare questa richiesta di autonomia nella trattativa col Governo e questo sarà sicuramente un aspetto importante del programma elettorale dei candidati che si sfideranno per regione Lombardia. Noi sosterremo convintamente la candidatura di Giorgio Gori, convinti che saprà raggiungere per la nostre Regione, anche in tema di autonomia, quei risultati che la Lega ripropone puntualmente solo in campagna elettorale».




















