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Con la “Deposizione” a Gandino la Val Seriana riscopre il Moroni

Un museo non è un santuario, ma un luogo vivo. Anche di scambio con il territorio che lo circonda. Va inquadrato così il ritorno a Gandino della “Deposizione di Cristo nel sepolcro”  dipinta nel 1566 da Giovan Battista Moroni. Un capolavoro nato per la chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria ad Ruviales e finito dopo alterne vicende all’Accademia Carrara di Bergamo, che ora ne ha concesso il prestito.

Da ieri (giovedì 4 luglio) la tela è ospitata nel Salone della Valle, all’interno di uno degli edifici che si affacciano sulla piazza principale di Gandino. E sono state subito parecchie le persone che hanno voluto fermarsi davanti al capolavoro dell’artista albinese, maestro cinquecentesco da tempo conosciuto e celebrato anche oltre i confini nazionali. New York lo ha recentemente riscoperto dedicandogli una mostra presso la prestigiosa Frick Collection. Nel 2018, invece, una retrospettiva si è tenuta presso la Royal Academy of Arts di Londra.

A salutare l’arrivo della deposizione, ieri a Gandino, c’erano tra gli altri il sindaco Elio Castelli, la direttrice dell’Accademia Carrara Maria Cristina Rodeschini e il conservatore Paolo Plebani, l’assessora regionale al Turismo Lara Magoni, la consigliera di Promoserio Orietta Pinessi, il coordinatore del progetto Silvio Tomasini.

La “Deposizione di Cristo nel sepolcro” si potrà ammirare fino al 13 ottobre. Parallelamente, nasce il museo diffuso “Moroni in Val Seriana”, un itinerario da Ranica a Fino del Monte, che fa tappa a Villa di Serio, Nembro, Albino, Fiorano al Serio, Oneta e Parre. Sono i luoghi ai quali l’artista ha lasciato in eredità straordinarie opere di soggetto sacro, ancora presenti nelle chiese per cui sono state concepite cinquecento anni fa. 

Il museo diffuso, valorizzato con apposita segnaletica e da scoprire in autonomia o con itinerari guidati, ripercorre gli anni in cui l’artista strinse il rapporto più autentico con la sua terra e riscopre l’eccezionalità di una produzione sacra fino a oggi messa in ombra dalla fama dei ritratti.

Le aperture a Gandino sono previste (ingresso gratuito) ogni venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Su prenotazione (035.704063) sono possibili visite per gruppi e privati in orari diversi.

La presenza della “Visitazione” sarà accompagnata dalla narrazione delle vicende storiche e artistiche legate alla tela, a cominciare da quelle del Convento Francescano e della chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria ad Ruviales, da un percorso didattico e da un ricco programma di iniziative culturali, tour guidati, conferenze (l’11 luglio ed il 26 luglio i primi appuntamenti),  porte aperte in spazi di norma preclusi alle visite.

Il servizio di Antenna2:

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