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La Presidente del Senato a Bergamo: «Università come motori della rinascita»

Alla presenza della presidente del Senato della Repubblica Italiana, Maria Elisabetta Alberti Casellati, questa mattina (lunedì 18 ottobre 2021), presso l’aula Magna in Sant’Agostino a Bergamo è stato inaugurato l’anno accademico 2021-2022. Numerose le autorità civili, militari e religiose presenti, tra cui il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Una mattinata carica di emozioni, non solo per la simbolica ripartenza del mondo dell’università, ma anche per il bilancio di fine mandato del Rettore Remo Morzenti Pellegrini.

«Essere qui da parte mia – ha affermato Maria Elisabetta Alberti Casellati Presidente del Senato a Bergamo -, che rappresento le istituzioni, ha un significato molto preciso, avere fiducia nei giovani con il loro talento e le loro ambizioni e nel mondo delle università come motori della rinascita. Bergamo determina sempre grandi emozioni, tutti abbiamo davanti agli occhi quelle terribili immagini dei momenti più bui della pandemia, quindi oggi la mia presenza qui, in una sorta di “fischio di inizio”, con l’inaugurazione dell’anno accademico, ha un significato di grande speranza. Speranza in questa università, molto prestigiosa, che non si è mai fermata nella ricerca per combattere il virus e nei giovani soprattutto perché l’università li forma, scopre i loro talenti e quindi dà una prospettiva a loro in questa Italia che rinasce».

Maria Elisabetta Alberti Casellati Presidente del Senato a Bergamo

«Consentitemi di esprimere un sincero pensiero di riconoscenza e ammirazione a nome mio personale – ma credo a nome anche di tutta la cittadinanza – al Rettore Morzenti Pellegrini per la passione e la dedizione con cui ha guidato l’Università di Bergamo verso importanti traguardi di eccellenza nazionale e internazionale»: ha detto Alberti Casellati.

Nel suo intervento in aula Magna la Presidente del Senato ha ricordato come ci sia ancora da lavorare nel nostro Paese sul fronte della disparità di genere, mentre a Bergamo l’Università abbia anticipato i tempi. «È anche significativo che l’Università di Bergamo sia stata fra le prime in Italia ad adottare il Bilancio di genere – ha detto Maria Elisabetta Alberti Casellati -. È fondamentale, per la costruzione di un’Italia davvero moderna, che il mondo dell’Università e della Ricerca continui a perseguire, nel proprio ambito, quello che l’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ha indicato come il quinto dei 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030, ovvero la parità di genere. C’è ancora, in Italia, un disequilibrio tra la percentuale di donne laureate e quella di ricercatrici in posizioni apicali. Una barriera invisibile e ingiusta che a causa di una cultura antiquata impedisce alle donne di ottenere, in base al merito, i giusti avanzamenti di carriera. Ci sono segnali incoraggianti di un miglioramento della situazione, ma a mio parere si può e si deve fare di più».

Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha sottolineato la determinazione con la quale ha reagito il territorio bergamasco duramente colpito dalla pandemia: «Questo territorio – ha detto – ha sofferto più di tutti l’emergenza sanitaria, ma più di tutti ha anche reagito con determinazione e può guardare ora, con fiducia, al futuro. Quale miglior luogo allora per parlare di futuro, se non quello dove si formano le nuove generazioni, la futura classe dirigente del Paese».

Il Governatore ha quindi ricordato l’importanza di seguire la rapidità del cambiamento e le profonde trasformazioni tecnologiche, ormai diventate una condizione di sistema. «Questo rende indispensabile – ha affermato – investire nella crescita delle conoscenze e delle competenze e nella nostra capacità di produrre ricerca e innovazione. In questa sfida, l’Università ha un ruolo chiave e Regione Lombardia considera il sistema universitario un partner strategico nella costruzione di politiche di sviluppo sostenibile».

«In questi anni – ha rimarcato il presidente – per rendere la regione sempre più attrattiva e sempre più competitiva abbiamo messo in campo iniziative che vedono protagonista il sistema Universitario, in stretto raccordo con il sistema produttivo. L’Università di Bergamo è già attualmente partner di 5 diversi progetti sostenuti da bandi regionali che spaziano dalle tecnologie per la salute, con una piattaforma per il monitoraggio a distanza dei pazienti, all’industria 4.0, con progetti in collaborazione con imprese quali Brembo e Cosberg, fino allo sviluppo di sistemi di connettività e informazione basati sull’intelligenza artificiale».

Al termine del suo intervento il Governatore ha ringraziato il Magnifico Rettore, Remo Morzenti Pellegrini, che oggi ha chiuso il suo mandato. «Sono certo – ha detto – che saprà profondere la stessa passione in qualunque attività che andrà a svolgere».

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori

«Consentitemi un saluto speciale al vostro Rettore – ha detto il sindaco di Bergamo Giorgio Gori -, ormai prossimo alla conclusione del suo secondo mandato. Voglio ringraziare Remo Morzenti Pellegrini per quanto ha fatto in questi anni per l’Università di Bergamo e per la città, per i traguardi concreti che ha saputo cogliere, e anche per ciò che abbiamo potuto fare insieme, affrontando e superando non pochi ostacoli. Abbiamo credo condiviso una visione, come già era accaduto in precedenza con Stefano Paleari: una visione che riconosce la formazione come fondamentale fattore di sviluppo e di emancipazione di una comunità, e assegna di conseguenza un ruolo centrale all’istituzione universitaria e alla sua più profonda integrazione nella vita della città. Questa visione ha guidato l’operato di Remo Morzenti Pellegrini e questa visione ci ha visti solidali nel perseguire i comuni obiettivi: puntare sulla conoscenza e sui giovani per contribuire alla crescita di Bergamo. Abbiamo anche discusso, qualche volta, ma sempre con intenzione positiva e con una stima che ho il piacere di rinnovarti in questa importante occasione, caro Remo; in attesa di conoscere il tuo successore, o colei che raccoglierà il tuo testimone, per riproporre il forte sodalizio tra Università e Comune di Bergamo. In bocca al lupo per il tuo futuro, che mi auguro sempre vicino al nostro Ateneo e alla nostra città».

Il Magnifico Rettore Remo Morzenti Pellegrini
Nel ripercorrere i sei anni di mandato, il Rettore si è soffermato sui momenti più duri che ha vissuto con la pandemia. 

«In un quadro così vario e composto da sfide decisamente impegnative – ha detto il Rettore – ho avuto modo di vivere momenti intensi e carichi di emozione, molti dei quali porterò sempre con me. Ne voglio condividere 2, di segno opposto. Il primo meraviglioso: le celebrazioni del 50esimo compleanno della nostra Università con l’istituzione del Graduation Day, dedicato ai nostri laureati, il secondo terribile e di natura estremamente più complessa, ovvero la pandemia. Queste due realtà così diverse e contrastanti sono legate dal filo comune della responsabilità sociale dell’università sulla quale ho a lungo indugiato in questi 6 anni e che ha indirizzato tutto il mio operato. Il 2018 è l’anno a cui ripenserò sempre con intensa emozione. Attraverso le celebrazioni del 50esimo anno della fondazione del nostro ateneo abbiamo sperimentato nuove modalità di condivisione con la città di cui siamo parte integrante. Abbiamo visto unirsi in modo proficuo le realtà economiche e quelle creative del territorio. Da questo nostro vivere insieme l’università è scaturito un rinnovato senso di appartenenza che per noi è il risultato più importante».

Il Rettore Remo Morzenti Pellegrini è intervenuto sul valore dell’Ateneo in quanto agente promotore di «rinascita e futuro del Paese»  e sulla “responsabilità sociale” dell’università che ha espresso anche come coordinatore dei rettori della Lombardia: “Oggi celebriamo non solo l’inizio del nuovo anno accademico ma il nuovo ruolo dell’Università che, nell’emergenza Covid-19 ha reagito prontamente, garantendo nell’arco di pochi giorni il passaggio da un’attività in presenza ad una in remoto per studenti, docenti e personale. A Bergamo – ha detto il Rettore – in breve tempo tutto il personale della nostra università è riuscito a spostare la maggior parte delle attività online, lavorando da casa e sfiorando il 99% dei corsi erogati a distanza. In questo modo, anche noi abbiamo fatto propria l’indicazione del presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che oggi ci ha onorato con la sua presenza, quando intervenendo da Palazzo Madama alla cerimonia inaugurale del 798° anno accademico dell’Università di Padova, ha affermato che “il sapere e la scienza non si possono e non si devono fermare mai, soprattutto nei momenti di emergenza. Le Università hanno avuto il compito di colmare il vuoto di incertezza in cui erano precipitati soprattutto gli studenti, sicuramente attraverso i nuovi mezzi tecnologici, ma anche attraverso una guida capace di fornire l’incoraggiamento necessario, una forma nuova di comunicazione con gli studenti, una forma più diretta e attenta ai bisogni di ognuno di loro. Ho scritto molte lettere, tutte terminavano con “Vi abbraccio, sempre da un metro di distanza”: queste lettere hanno aperto nuovi canali di confronto attorno ai grandi temi dell’emergenza. Gli studenti mi hanno manifestato i loro sentimenti, le loro paure e le loro preoccupazioni, mi hanno raccontato storie di vita, spesso tragiche – ha concluso il Rettore che, con un forte sentimento di fiducia, ha dichiarato ufficialmente aperto il nuovo anno accademico.

Rivedi l’inaugurazione sul canale YouTube dell’Ateneo.

 

Presenti numerosi rettori di università italiane, tra cui anche Ferruccio Resta presidente Crui

Ed è proprio a Bergamo, simbolo delle difficoltà che abbiamo vissuto, che il Presidente della CRUI Ferruccio Resta ha dichiarato: “L’Università sente e ha una grande responsabilità nelle politiche attive del nostro Paese. Sapremo farcene carico con l’auspicio che tutte le parti coinvolte sappiano valorizzare l’infrastruttura di sapere e conoscenza che l’Università garantisce”. A seguire la parola è passata a Maria Fernanda Croce, rappresentante del personale tecnico amministrativo dell’Università e a Michela Agliati, presidente della Consulta, che hanno rimarcato l’impegno e lo sforzo vitale dell’Ateneo nel fronteggiare la pandemia e nello svolgere un ruolo attivo nello sviluppo umano, culturale e civile attraverso la condivisione e il dialogo fra le diverse componenti universitarie di fronte alle sfide di domani.

Michela Agliati, presidente della Consulta degli studenti
Maria Fernanda Croce, rappresentante del personale tecnico amministrativo

L’inaugurazione dell’anno accademico ha visto la partecipazione di un’altra eminente personalità: il prof. Franco Locatelli, ordinario di Pediatria generale e specialistica e Presidente del Consiglio superiore di sanità, intervenuto in Sant’Agostino per la lectio magistralis di apertura dell’anno accademico. “Bergamo ha solo precorso il dramma della pandemia che ha investito tutto il mondo e che ha provocato un eccesso di mortalità e un’interruzione di servizi sanitari a espressione globale. Un prezzo pagato soprattutto dagli anziani, nostra radice, che non hanno potuto avere accesso alle strutture ospedaliere. Uno scenario non ancora compitamente definito – ha detto il prof. Locatelli sottolineando – fuori dal quale ci guiderà l’Università, che, “al pari della Scuola è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte Costituzionale, perché deputata alla formazione della classe dirigente di un Paese, unico luogo in cui si può applicare correttamente un approccio unificato alla diversità, interprete del cambiamento e luogo del dialogo. Quell’Università che “deve insegnare a diventare capaci d’imparare, perché ogni studente, poi laureato, dovrà reimparare continuamente”. Quell’Università che “a Prometeo, dovrà affiancare Socrate, simbolo del pensiero plurale, professionista dell’ignoranza (so di non sapere) e alla philotechnia la philantrophia”.

Franco Locatelli presidente del Consiglio superiore di sanità

Ad aprire la cerimonia l’esecuzione dell’inno d’Italia e dell’Inno alla Gioia Europeo da parte del coro di bambini della Scuola Primaria di Monterosso. L’intermezzo musicale è stato eseguito dall’Orchestra “Gianandrea Gavazzeni” di Bergamo (sotto la direzione del Maestro Antonio Brena) che in chiusura ha elevato l’inno universitario internazionale Gaudeamus igitur.

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