I criteri e le modalità di assegnazione dei fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stanno suscitando non poche perplessità nel Nord e stimolano anche alcune riflessioni sulla gestione dell’intero sistema Paese. Condividiamo a tal proposito una riflessione del sindaco di Castione della Presolana Angelo Migliorati e del capogruppo Riccardo Medici con cui si torna ad accendere i riflettori su una “gestione federale” delle risorse.
Venerdì scorso, scadevano i termini per presentare progetti sulla gestione rifiuti, nell’ambito dei fondi del PNRR.
Il Nord Italia ha presentato tantissimi progetti, mentre il Sud Italia ne ha presentato pochissimi (80% progetti del nord e 20% del sud). Il Ministero ha pertanto deciso di prorogare la scadenza di un mese, per dare tempo al Sud Italia di presentare i progetti, su un settore come quello ambientale dove vi sarebbe tantissimo da fare al Sud.
È un dato di fatto che presumo accadrà anche con altri bandi e che impone una riflessione sulla questione meridionale e sul federalismo. I fondi del PNRR (oltre 200 miliardi di euro) vengono destinati per il 40% al Nord e per il 60% al Sud.
Una scelta del Parlamento che condivido e che dovrebbe far superare al Sud, il gap di infrastrutture e di sviluppo con il Nord. Il problema, lo ha dimostrato questo bando ambientale, è che al Sud non è pronta ne preparata una classe amministrativa e politica capace di presentare progetti seri e in modo veloce, tali da poter essere finanziati.
In sostanza al Nord vi sarà la guerra tra Comuni per essere finanziati, con l’esclusione di molti, mentre al Sud verranno finanziati tutti i progetti presentati, indipendentemente dalla loro qualità, ed in più avanzeranno risorse.
Credo che il Governo debba pensare velocemente come affiancare con personale preparato, le amministrazioni pubbliche del Sud Italia, per non perdere questa grande e unica occasione di rilancio di quei territori.
E penso sia anche l’occasione per ripensare la struttura dello Stato, facendolo diventare uno Stato federale, dove vengano valorizzate le peculiarità dei territori e delle Regioni. Il federalismo, utile in uno Stato che ha avuto un’antica storia di divisioni, non farebbe altro che valorizzare le peculiarità di ogni territorio, potenziandone al massimo le capacità. È ora che la bandiera federalista, riposta negli armadi, venga di nuovo issata, per uno sviluppo armonico e rispettoso dell’Italia.