Nel Sud Sudan ha iniziato il suo ministero un vescovo italiano, il più giovane vescovo italiano nel mondo (originario di Schio in provincia di Vicenza), un anno fa gambizzato in un attentato, monsignor Christian Carlassare: il suo Stemma Episcopale è stato preparato dal pittore bergamasco Umberto Gamba.
Lo stemma assume la forma di uno scudo africano. Al posto delle due tradizionali lance, dietro lo scudo, troviamo incrociati il bastone pastorale e il bastone del pellegrino. Il bastone ha una zucca legata su di esso che viene utilizzata per raccogliere e trasportare il latte lungo il cammino.
Il campo principale dello scudo è bianco. Questo colore simboleggia l’apertura, la disponibilità e la santità di vita. È in una forma di striscia che parte dal basso e sale verso l’alto, indicando il percorso della vita da intraprendere con coraggio. Le due forme laterali sono di colore rosso e simboleggiano la terra d’Africa che richiamano la testimonianza cristiana e la donazione di sé per promuovere la vita.
Il cammino della vita cristiana inizia con l’acqua del battesimo che indica la nostra conversione e professione di fede. Questa fede si alimenta con il pane: il pane da mangiare e il pane eucaristico che è Gesù Cristo che viene a noi e ci accompagna lungo il cammino. Il pane eucaristico è pane spezzato e donato per tutti, in esso Gesù ci ha dato la sua vita e ci chiama ad essere pane spezzato e donato a tutti i nostri fratelli e sorelle. Il pane spezzato rappresenta anche la nostra missione. E, come diceva san Daniele Comboni, l’opera di Dio, cioè la missione di evangelizzazione, inizia ai piedi della croce. La croce della prova e della sofferenza può essere un ostacolo per continuare il nostro cammino di fede ma può anche diventare una scala per salire più in alto.
Le tre figure a destra rappresentano tre persone africane: una donna, un uomo e un bambino. L’uomo indossa una fascia bianca e la donna perle bianche a significare la dignità e la liberazione del popolo africano e l’impegno di ogni cristiano a portare quella liberazione agli altri. Il bambino ci ricorda la nostra vocazione ad aiutare gli altri a crescere in Cristo. Rappresentano anche la Sacra Famiglia – Gesù, Giuseppe e Maria – poiché la cattedrale di Rumbek è sotto il loro patrocinio. E possono incarnare ogni famiglia che è una Chiesa domestica. Ci aiutano anche a ricordare i santi e martiri africani, come santa Giuseppina Bakhita, padre Barnaba Deng, padre Arkangelo Ali, molti catechisti e altri cristiani che hanno offerto la loro vita per la fede e la salvezza di altre persone.
Sul lato sinistro c’è la colomba bianca che porta un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace e riconciliazione. Questo messaggio dice al popolo del Sud Sudan che Dio desidera donarci la sua pace e sollecita tutti a lasciarsi alle spalle le divisioni e la violenza del passato. Ci invita a aprire la porta a un futuro di pace. Qualsiasi tipo di discriminazione o emarginazione è una deliberata negazione dell’unità che tutti noi abbiamo in Cristo.
Pertanto, il motto OMNES UNUM IN CHRISTO è preso da San Paolo ai Galati 3,28: “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.”