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Adunata degli alpini a Rimini: sfila l’orgoglio bergamasco

La gioia di potersi “finalmente” (dopo la pausa dovuta alla pandemia) ritrovare: è il sentimento più diffuso tra i partecipanti della 93esima edizione dell’adunata degli alpini in corso a Rimini.

Un’adunata che ha sancito un vero e proprio ritorno alla normalità, la partecipazione è andata ben oltre le aspettative degli organizzatori, nonostante la coda della pandemia e le non favorevoli condizioni meteo. Rimini è stata pacificamente invasa da alpini giunti da tutta Italia.

Oggi, domenica 8 maggio, l’attesa sfilata, poco prima delle 18 è toccato alla sezione di Bergamo, la più numerosa d’Italia (17.000) e reduce da una delle battaglie più dure degli ultimi anni, quella contro la pandemia (di cui la realizzazione dell’ospedale da campo in Fiera ne è diventato il simbolo). “Mai come quest’anno emoziona il passaggio degli alpini di Bergamo – ha detto il commentatore -. Bergamo ci insegna un’altra cosa: a fare per noi per primi le cose senza aspettare gli altri. Bergamo è un manifesto all’alpinità, a fare sistema, a un qualcosa che funziona finché ci saranno questi uomini. Non basta fare il bene, occorre fare bene”. “E gli alpini di Bergamo dissero: donare vuol dire amare”, si legge su uno degli striscioni portati durante il corteo.

Presenti, oltre ai gruppi delle nostre vallate, numerosi primi cittadini orobici: un modo per dimostrare vicinanza e dire grazie per tutto quello che fanno le penne nere.

 

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