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Verso le elezioni, intervista a Valentina Ceruti

Iniziamo con questo articolo un percorso verso le elezioni politiche del 25 settembre. Luca Mariani intervisterà per noi i candidati dei principali schieramenti nel collegio uninominale del nostro territorio. Un modo per conoscere le loro proposte, anche in riferimento ai temi che riguardano più strettamente la nostra zona, e – speriamo – aiutare ad esprimere un voto più consapevole. Iniziamo dai candidati alla Camera dei deputati. Di seguito il primo articolo.

Avvocatessa, libera professionista, Valentina Ceruti, vicesindaca di Villa d’Almè, è la candidata del centro-sinistra per la Camera dei deputati nel collegio uninominale di Bergamo, tecnicamente Lombardia 3 U02, che ingloba anche tutti i comuni della Val Seriana, Val di Scalve e Alto Sebino.

Classe 1990, Ceruti è una delle under 35 schierate dal Partito Democratico nelle liste elettorali come segno di rinnovamento e attenzione verso i giovani, dato che «un Paese che non investe sulle nuove generazioni è un Paese miope, che non sa guardare al futuro. Perciò un occhio di riguardo è rivolto alle proposte di ragazze e ragazzi».

Nello specifico, secondo lei, quali sono i problemi principali dei giovani?

«Le piaghe che affliggono maggiormente le nuove generazioni sono il precariato e le condizioni di lavoro».

Perciò, cosa propone?

«L’abolizione degli stage gratuiti, che troppe volte vengono utilizzati in maniera impropria. Ad esempio, tra il 2014 e il 2019 circa il 20% dei contratti di stage è stato stipulato con persone che avevano più di trent’anni. Questa è una stortura».

Quindi, gli stage curriculari, l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato non sono da eliminare?

«Esatto, questi strumenti possono essere utili sia per le imprese che trovano e formano i futuri dipendenti, sia per i giovani, a patto che permettano loro un inserimento nel mondo del lavoro graduale e che rispetti la dignità dei singoli».

Altro tema caro alle nuove generazioni è quello dell’ambiente. Cosa ne pensa?

«La linea del PD è quella di non agire in difesa per quanto riguarda il cambiamento climatico, ma proporre delle politiche attive, come la “transizione 4.0” che coniuga la giustizia sociale alla tutela ambientale».

Alcuni esempi pratici che vadano in questa direzione?

«Lo stanziamento di fondi per combattere la siccità e il dissesto idro-geologico che interessano notevolmente le amministrazioni comunali della provincia di Bergamo e il settore agricolo, molto diffuso anche nelle nostre valli».

Quali altre misure a difesa dell’ambiente potrebbero essere utili per i comuni e i territori bergamaschi?

«Le comunità energetiche, per esempio, devono essere rilanciate con grande forza, soprattutto nei piccoli comuni, visto che finora si stanno diffondendo di più in comuni medio-grandi che sono già più strutturati. Perciò il Parlamento dovrà aiutare e incentivare tutte le amministrazioni a lavorare in questa direzione».

Collegato al tema ambientale c’è il problema della crisi energetica.

«La nostra prima proposta è quella di imporre un tetto al prezzo del gas. Per quanto riguarda le imprese, poi, vogliamo raddoppiare il credito d’imposta per cercare di controbilanciare il caro bollette degli ultimi mesi».

E per quanto riguarda le famiglie?

«Per aiutare i nuclei familiari, soprattutto quelli con redditi medio-bassi, si pensa all’istituzione di un “contratto sociale luce”, così da offrire tariffe energetiche bloccate, che siano in linea con le loro disponibilità economiche».

Altri partiti propongono il ritorno al nucleare.

«Noi no. Ritengo che questa sia una tecnologia superata, non più idonea alle richieste attuali».

E tassare gli extraprofitti energetici?

«Chi ha speculato su questa crisi energetica è giusto che paghi, quindi assolutamente sì».

Torniamo alle imprese. Nelle valli sono numerose le piccole e medie imprese, gli artigiani, i liberi professionisti e le partite I.V.A. Cosa proponete per loro?

«Per sostenere questo settore ampio e produttivo bisogna alleggerire il carico fiscale, riducendo tutte quelle microtasse che pesano sul loro operato. Inoltre, si deve legiferare per agevolare l’accesso al credito, che ora risulta abbastanza arduo. Da non dimenticare anche gli sgravi fiscali per tutti coloro che assumono a tempo indeterminato gli under 35, perché, purtroppo, anche qui in bergamasca il precariato tra i giovani è sempre più un problema».

Come abbiamo detto prima, anche il lavoro sottopagato oggi è un problema?

«Esatto. Infatti, siamo a favore del salario minimo universale, che è già presente in alcuni Paesi del nord Europa. Restando sempre sul tema giovani e lavoro, vorremmo elargire una sorta di contribuzione ai neo-diciottenni per permettere loro di essere più autonomi o di avviare una attività».

E quale è la sua posizione a proposito del reddito di cittadinanza?

«È una misura che aiuta a combattere la povertà, ma va migliorata. Si deve potenziare il sistema di ricerca del lavoro, così che il RDC sia temporaneo».

Queste proposte, però, hanno dei costi. Dove si trovano le risorse?

«La lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso sono la prima operazione da compiere per recuperare i fondi. Per questo sono contraria all’innalzamento della soglia dei pagamenti in contante sopra i 1000 euro».

Altro tema sentito è quello delle pensioni: cosa propone?

«Il fatto più importante è quello del ricambio generazionale, così da evitare ciò che è successo negli ultimi anni nella pubblica amministrazione dove soprattutto i ruoli dirigenziali sono rimasti scoperti. Perciò, bisogna garantire che il personale in entrata sia accompagnato per un buon periodo da coloro che sono prossimi alla pensione».

Dopo la tragica esperienza del Covid, anche la sanità è uno degli argomenti più importanti per i bergamaschi.

«La pandemia ha messo in risalto tutti i problemi della sanità lombarda. Per evitare situazioni simili è necessaria la sanità territoriale, cioè presidi sanitari distribuiti in tutti i territori. Perciò servirà un aumento dei medici di base e degli infermieri di comunità. Per fare ciò si deve eliminare il tetto di spesa per il personale sanitario e utilizzare un nuovo sistema, che è quello della casa di comunità, rivedendo il processo delle assunzioni in questo ambito».

Non solo nella sanità, ma anche nell’istruzione si è visto un notevole aumento del settore privato. Cosa ne pensa?

«In primis va alzato lo stipendio dei docenti per equipararlo ai livelli europei. Inoltre, bisogna migliorare e ampliare l’offerta formativa della scuola pubblica prendendo come esempio gli istituti privati che sembrano assecondare di più le esigenze di giovani e famiglie».

Altra proposta del PD è la scuola obbligatoria da 3 a 18 anni.

«Rendendo l’istruzione obbligatoria dai tre anni si vuole creare un sistema di asili e scuole dell’infanzia pubblici e gratuiti, quindi fruibili da tutti. Per il vincolo fino alla maggiore età non bisogna pensare ad un sistema d’istruzione tradizionale, ma anche percorsi diversi, come l’apprendistato, che sappiano unire lo studio e l’inserimento nel mondo del lavoro».

Il tema dei diritti è sempre stato caro al centrosinistra.

«Sì. Leggi sullo Ius Scholae, sul fine-vita, contro l’omotransfobia sono fondamentali. Compito del legislatore deve essere quello di comprendere e capire la società per essere in grado di tutelare i diritti che le persone chiedono. Per questo serve una discussione seria, senza retorica».

Un altro argomento assente nel programma di altri schieramenti e che fa molto discutere è quello della cannabis.

«Noi proponiamo la legalizzazione dell’auto-produzione per l’auto-consumo, non un liberi tutti. Comunque questa è una di quelle misure volute da un buon numero di persone. Basti vedere le 600 mila firme che sono state raccolte per il referendum sulla liberalizzazione della cannabis. Il problema è che molte volte in politica si tende ad estremizzare, senza entrare realmente nel merito delle questioni».

Chiudiamo con un appello a tutti quei giovani (e sono tanti) che, anche nelle nostre valli, non vogliono andare a votare.

«L’astensionismo nasce da una mancanza di fiducia, perché le richieste degli elettori sono state disattese. Quindi noi offriamo delle proposte serie e ragionate che cercano di rispondere ai bisogni delle persone di oggi».

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