Dura presa di posizione dei sindacati dopo l’aggressione di un autista avvenuta ieri (lunedì 14 novembre) alla stazione degli autobus di Clusone. «Siamo davanti all’ennesima aggressione subita da un autista. Vittima un autista del gruppo Arriva, padre di famiglia, colpito durante il proprio turno di lavoro. Viso tumefatto e costole fratturate: questo è quello che l’autista ha portato a casa! In più c’è un bus gravemente danneggiato. Ora basta», si legge in una nota dei segretari provinciali di Filt Cgil (Marco Sala), Fit Cisl (Pasquale Salvatore) e Uiltrasporti (Giacomo Ricciardi).
«Abbiamo denunciato tantissime volte il problema delle aggressioni subite dai lavoratori del settore – proseguono i sindacati -. Abbiamo indetto anche due scioperi per sensibilizzare aziende ed istituzioni, ma purtroppo nulla è cambiato. Purtroppo davanti all’ennesimo autista massacrato si è arrivati ad un punto tale che rende la situazione non più gestibile! Si ha paura ad andare a lavorare. Questa condizione nel 2022 è semplicemente inaccettabile! Dove sono le politiche messe in campo dall’azienda per evitare queste situazioni? Dove sono gli interventi normativi (chi aggredisce un autista deve essere punito come se aggredisse un poliziotto!) e strategici messi in campo dalla politica in collaborazione con le forze dell’ordine? C’è bisogno che non solo gli autisti, ma anche tutti gli altri si assumano le proprie responsabilità! Non tutto può essere scaricato sempre sull’ultima ruota del carro».
I sindacati proseguono ricordando che da tempo chiedono «che i mezzi siano dotati di cabine chiuse per l’autista e di sistemi di videosorveglianza (non tutti i mezzi a Bergamo oggi né sono dotati), ma ancora non abbiamo avuto risposte. Come queste, di proposte ne abbiamo fatte tante, ma la tendenza pare essere quella di girarsi dall’altra parte. Che molte stazioni della Bergamasca siano luoghi in cui regna l’illegalità totale è un fatto, soprattutto nelle ore notturne. Bisogna fare qualcosa, non accettiamo e non ci arrendiamo al pensiero che sia normale andare a lavoro e tornare non a casa dalla propria famiglia, ma in ospedale. Ancora evidenziamo che questa è solo la punta di un enorme iceberg composto di centinaia di aggressioni fisiche e verbali che avvengono quotidianamente! Spesso si ha paura a denunciare per paura di ritorsioni».
«Come già precedentemente comunicato a tutti gli operatori del settore, nei prossimi giorni metteremo in campo una serie di iniziative atte ad accendere i riflettori su tutte le problematiche che attraversano il mondo del trasporto pubblico locale – concludono i sindacalisti -: bassi salari, impegno giornaliero lungo e rischio di non tornare a casa la sera, uniti alle poche risorse rendono la situazione critica e non gestibile. Infatti mancano risorse, mancano autisti (e quelli che ci sono vengono aggrediti) e mancano mezzi. Come già detto la situazione è molto grave. Speriamo che non si assista semplicemente al collasso del sistema, ma che chi può, intervenga seriamente».