La morte è scesa dal suo celebre affresco, a Clusone. E ha ripreso a mulinare la falce. Sotto i suoi colpi sono caduti papa e cardinali, re e regine, giudici e avvocati, medici e contadini. Proprio come li dipinse Giacomo De Buschis “il Borlone”, alla fine del XV secolo, sulla facciata dell’Oratorio dei Disciplini.
Per la “Settimana della cultura”, in collaborazione con la parrocchia, il Circolo culturale Baradello e il gruppo che ogni estate mette in scena la “Festa del Millennio” hanno voluto regalare una rappresentazione legata al ciclo del Trionfo della morte e della Danza macabra. Una cinquantina le persone impegnate, tra attori e figuranti, sul sagrato della Basilcia. E, a occhio, più di trecento gli spettatori che hanno voluto immergersi nell’atmosfera del Medioevo, in una serata tra teatro e satira.
“Non havire pagura a questo ballo venire”, il titolo della rappresentazione. Una delle frasi che si trovano scritte sull’affresco, nella linea che divide il Trionfo della morte dalla Danza macabra.
«Abbiamo cercato di rendere in chiave moderna l’affresco dei Disciplini, nella maniera ironica e burlesca tipica della Festa del Millennio, restando però aderenti al significato originario», spiega Matteo Benzoni, del Circolo culturale Baradello.
La rappresentazione si è giocata soprattutto sui dialoghi tra morti e vivi, con i primi, gli scheletri, impegnati ad accompagnare nell’aldilà i secondi, naturalmente riluttanti a seguirli. Infine, sulla scena è comparsa la morte con la sua falce per il gran ballo finale.
«Abbiamo, in conclusione, cercato di rendere il messaggio che i Disciplini hanno voluto lasciare: la morte per il credente non è la fine di tutte le cose, ma un trampolino per un altro mondo», sottolinea ancora Matteo Benzoni.
Il video di Antenna2: