Un atteso ritorno, dopo il “sold out” della prima edizione realizzata nel 2010. E’ di nuovo disponibile a Gandino, grazie a una ristampa integrale, il volume “Così parlavano i nostri padri” curato dallo studioso locale Pietro Gelmi e arricchito dalle illustrazioni di Antonio Rottigni. In occasione della prima uscita, curata dalla Pro Loco Gandino, il volume era andato esaurito in poche decine di giorni.
Il libro raccoglie centinaia e centinaia di proverbi, filastrocche, detti e locuzioni in dialetto gandinese, con relativa traduzione e spiegazioni. Vi si leggono espressioni colorite e gergali che da sole delineano persone, epoche e situazioni che rischiamo a volte di dimenticare. Nel 2013 era stato realizzato anche un secondo libro (“I nostri padri parlano ancora”) pure disponibile.
“Il dialetto gandinese, originale variante del più comune dialetto bergamasco, – spiega nella prefazione Lorenzo Aresi, presidente della Pro Loco – fa parte di quella miriade di idiomi locali che il territorio conserva nella parlata della propria gente. Questa frammentazione, talvolta eccezionale (si individuano varianti diverse dello stesso dialetto anche tra comuni limitrofi, basti pensare a Gandino e Casnigo) è retaggio di un passato in cui gli stati preunitari e ancor prima i liberi comuni e i feudi si dotarono con naturalezza di linguaggi specifici. Accanto alla bella lingua italiana che oggi parliamo, anticamente detta e ritenuta «volgare» rispetto alla nobiltà del latino di retaggio classico, il dilektos (dialectos) è divenuto lo strumento di colloquio più comune secondo l’accezione di «parlare ordinario» che questo termine greco riporta. Proprio per la sua caratteristica quotidianità il dialetto si è consolidato, oltre che come mezzo di comunicazione, come veicolo di saggezza popolare e di tradizione orale. Tra le costruzioni sintattiche e il vocabolario del dialetto si possono facilmente intuire i retaggi delle dominazioni straniere che nei secoli passati si susseguirono anche sul nostro territorio. La toponomastica popolare, unitamente allo spiccata presenza onomatopeica sono altri elementi essenziali del dialetto gandinese. Un tempo la gente pregava, discorreva, litigava in dialetto usando, nel proprio modo di parlare, quelle caratteristiche sociali ed etiche che quotidianamente viveva. Già in passato letterati come De Amicis o Pasolini si posero il problema di come conservare questo patrimonio culturale spesso minacciato dal progresso. Anche nel nostro tempo, di fronte alla straordinaria risorsa della globalizzazione che sempre più diviene elemento quotidiano del vivere, ci si interroga su come salvaguardare un patrimonio culturale e popolare che rischia di scomparire dalle bocche delle giovani generazioni. Questo volume si propone di fissare, per il piacere dei contemporanei e l’interesse di chi verrà dopo di noi, uno spaccato del modo di comunicare che fu della nostra gente”. Per acquistare il libro (15 euro) è possibile rivolgersi a Gandino all’Info Point di piazza Vittorio Veneto, all’edicola Antica Fontana, al negozio Flower Heart e alla Cartoleria Gyl in via Papa Giovanni.