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Albino, la riscoperta delle cave di alabastro

Ad Albino rivedono la luce le antiche cave di alabastro lungo la mulattiera che collega ad Aviatico, ora di nuovo visitabili anche per il pubblico.

Si tratta di scavi che risalgono alla fine del 1300, e furono usati per l’estrazione del prezioso minerale, a fasi alterne, fino agli anni Venti del ventesimo secolo, periodo a cui risale l’ultima estrazione. Il sito fu poi dimenticato e finì per essere coperto dalla vegetazione, rischiando di scomparire per sempre.

Grazie, però, a un documento ritrovato dai membri del Cai di Albino, il sito è stato riscoperto, ripulito dalla vegetazione e restituito al pubblico.

«I nostri volontari hanno fatto un lavoro importante di pulizia e rimozione dei sassi che coprivano le cave, rendendole di nuovo agibili – spiega Marco Biffi, presidente del Cai di Albino -. Anche grazie ad un sentiero costruito appositamente, che collega con un giro ad anello i siti principali, ora due di queste cave sono interamente visitabili. Si tratta inoltre di cave importanti, una delle quali è ricavata da una piccola fessura nella roccia in cui scorre ancora l’acqua e mostra il processo di formazione dell’alabastro, mentre l’altra è a cielo aperto».

Un percorso che consentirà dunque di riscoprire l’antico mestiere degli estrattori di questo prezioso minerale, anche in ottica didattica attraverso collaborazioni con le scuole.

Un’iniziativa che si aggiunge alle già numerose portate avanti dai volontari del Cai di Albino, tra cui i lavori in corso lungo la mulattiera verso il monte Altino, che dovrebbe tornare fruibile entro il prossimo anno.

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