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Vilminore, l’arco restaurato ricorderà anche i morti del Gleno

Ricorderà anche le vittime del Gleno, l’arco di Vilminore di Scalve con la sua cappella votiva (Santèl), opera ricca di storia e arte e densa di significati per la popolazione scalvina. Il Lions Club Città di Clusone e Valle Seriana Superiore ha promosso un importante intervento di restauro che ha consentito la riqualificazione e valorizzazione del monumento nell’anno del centenario del disastro. I lavori sono quasi terminati e domenica 5 novembre alle 10.30 è in programma l’inaugurazione.

Il restauro, del valore di oltre 100mila euro, è stato presentato nella sede della Comunità montana di Scalve a Vilminore. Un intervento importante realizzato grazie alla sensibilità e al contributo di molti: Comunità montana di Scalve, Comune di Vilminore di Scalve, Fondazione Credito Bergamasco, Cobet, Gi. Mec, Graphicscalve, IM Ponteggi, Impresa Duci, Moreschi, Paola Lenzi, oltre ai soci Lions e alla fondazione distrettuale Lions “Bruno Bnà”.

L’arco fu edificato su un precedente Santèl, come indicato nell’iscrizione posta al suo interno, alla memoria dei defunti scalvini dell’epidemia di colera del 1867 e poi ristrutturato nel 1921 in memoria dei caduti della Grande Guerra e ora nuovamente restaurato a 100 anni dalla disastro della diga del Gleno, in ricordo di quanti persero la vita il 1° dicembre 1923. Un’opera simbolo per la Val di Scalve che necessitava di un intervento di riqualificazione. Ottenute le autorizzazioni da Soprintendenza alle Belle Arti, dalla Provincia di Bergamo (proprietaria del manufatto) e dal Comune di Vilminore, i lavori sono iniziati a inizio aprile per concludersi in questi giorni. A coordinare l’intervento lo Studio Architetti Oprandi di Clusone, mentre il restauro è stato affidato al team dello Studio Villa 70, con un lavoro di squadra svolto dai restauratori con pluridecennale esperienza Luca Villa, Stefano Lavesi e Simona Soldati e l’esecuzione delle opere all’impresa Duci e altre del territorio.

A copertura dei ponteggi in questi mesi era stato posizionato un telo che riportava i loghi dei sostenitori e la scritta “Valle di Scalve noi ci crediamo”, omaggio all’amore degli scalvini per la propria terra.

«Come scalvino, porto nel cuore la Val di Scalve, e nel biennio del mio mandato ho portato avanti l’obiettivo condiviso incentrato sulla riscoperta e la valorizzazione della montagna e di tutte le sue forme di espressione e cultura – ha detto Domenico Andreoletti, past president del Lions Club Città di Clusone e Valle Seriana Superiore che durante la serata ha ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto e collaborato al progetto -. Nel 2021, con il sostegno del club abbiamo deciso di promuovere, anche in previsione del centenario del disastro della Diga del Gleno e grazie al sostegno di istituzioni, soci, aziende e privati (che ringraziamo per la sensibilità e l’impegno), l’intervento di restauro dell’arco e della sua cappella votiva. Volevamo ridare dignità e stabilità all’opera ed abbiamo incaricato lo studio Architetti Oprandi e lo Studio Villa di effettuare dapprima gli opportuni studi e ricerche e poi l’intervento. I lavori, che si concludono con gli ultimi dettagli in questi giorni, ci hanno consentito di riscoprire anche alcuni aspetti legati alla storia dell’arco e degli affreschi, e delle curiosità. Informazioni che i passanti potranno approfondire grazie anche al totem posizionato all’esterno, e attraverso un qr code che rimanda ad una pagina dedicata».

«La Comunità Montana di Scalve – ha detto Gabriele Bettineschi, presidente di Comunità montana di Scalve – ha accolto sin da subito in maniera entusiasta l’idea e l’iniziativa dei Lions Club di Clusone nella persona del suo past president Domenico Andreoletti, di origini scalvine, di voler restaurare l’arco di ingresso dell’abitato di Vilminore. Con questo intervento la nostra valle ha potuto conservare un elemento significativo del proprio patrimonio storico ed artistico. Inoltre questa iniziativa assume un maggior significato in quanto realizzata proprio nell’anno della triste ricorrenza del centenario del disastro del Gleno».

«Sono particolarmente emozionato per il restauro del Santèl – ha detto Pietro Orrù, sindaco di Vilminore – in quanto l’ho sempre ritenuto la porta d’ingresso nel “paradiso” scalvino. Il lavoro di squadra di questi mesi ha riportato l’arco alla bellezza di un tempo riscoprendo particolari che erano andati purtroppo persi. Ringrazio i Lions di Clusone, soprattutto Domenico Andreoletti e più in generale tutti coloro i quali hanno collaborato nella realizzazione di quest’opera tanto desiderata».

L’inaugurazione dell’intervento si terrà domenica 5 Novembre, alle 10.30, alla presenza delle autorità e di monsignor Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino che benedirà l’arco.

Durante la serata di presentazione, sono intervenuti oltre alla presidente del Club Marcella Raglio e al past president Domenico Andreoletti, numerosi soci, il presidente di Comunità montana di Scalve Gabriele Bettineschi, il sindaco di Vilminore di Scalve Pietro Orrù, il presidente di Comunità montana Valle Seriana Giampiero Calegari, i consiglieri regionali Michele Schiavi e Jacopo Scandella, il parroco di Vilminore don Angelo Scotti, i rappresentanti delle imprese coinvolte e cittadini.

Come illustrato dall’architetto Pietro Angelo Oprandi dello Studio Oprandi Architetti e da Luca Villa dello Studio Villa 70 il manufatto presentava problematiche conservative evidenti causate da dissesti strutturali e dalla pioggia, oltre che derivate dal terreno circostante. Problematiche che nel tempo avevano intaccato anche gli intonaci e parte delle decorazioni e affreschi. L’intervento di riqualificazione e restauro ha interessato la copertura e per la parte strutturale si è resa necessaria anche la realizzazione di un’intercapedine. I restauratori sono intervenuti poi sulle superfici esterne a intonaco, le zoccolature, le lapidi, gli affreschi, i graffiti e le decorazioni all’interno. Interventi sono stati effettuati anche sulle cornici e le quadrature in stucco, sul cancello in ferro battuto e la pavimentazione in cotto. Durante i lavori è emersa anche una scritta con una data in matita, 5 giugno 1868, possibile datazione dell’arco.

Angela Grignani, formatrice e vice presidente del Club, durante la serata, ha spiegato la storia dell’arco e illustrato gli elementi figurativi e simbolici in esso rappresentati. L’arco, costruito sul precedente Santèl dedicato ai morti del colera, fu fortemente voluto nel Novecento oltre che per lo scopo devozionale anche per dare lavoro alla gente del luogo. La dedica posta all’interno riporta “Alla memoria dei fedeli defunti, eretto dal popolo di Vilminore l’anno del colera 1867 e dai reduci della guerra europea, con grato animo ristaurato nell’anno 1921”. Un successivo restauro fu poi effettuato nel 1999.

Nella parte interna dell’arco, che possiamo chiamare anche della Resurrezione o del ricordo, si può ammirare da un lato la cappella votiva dove un’iscrizione riporta “Ego sum resurectio et vita/Io sono la resurrezione e la vita”, dall’altro invece la lapide dove “I compagni reduci della Grande Guerra ricordano con cristiano pensiero i loro fratelli caduti”. Accanto al cancello in ferro della cappella grazie al restauro si può osservare nuovamente la scritta “offerte” con la feritoia che era utilizzata per la raccolta di donazioni per le messe di suffragio e che era ormai quasi scomparsa. All’interno della cappella spicca una insolita raffigurazione della Resurrezione di Cristo (autore ignoto) con Gesù rappresentato mentre parla con l’angelo e ai piedi di quest’ultimo la croce, un cippo con incisi una clessidra e le lettere greche alfa e omega, e poi un teschio e delle ossa, resti mortali, e un germoglio, segno di rinascita. Molteplici poi i simboli cristiani all’interno del manufatto. L’arco può essere anche il punto di partenza per raggiungere il centro e intraprendere il sentiero della via Crucis che si intravede già all’ingresso del paese, dal manufatto stesso.

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