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Il comprensorio visto da Lizzola: «È per il nostro futuro»

Comprensorio sì, comprensorio no. Mentre il dibattito sul futuro dello sci in Alta Val Seriana e Val di Scalve va avanti sui media e negli incontri pubblici, sulle piste di Lizzola la stagione invernale prosegue grazie anche alla neve arrivata nelle ultime settimane. La Cooperativa Nuova Lizzola, che ha preso in gestione gli impianti nel 2014 e dal 2018 ne è diventata proprietaria, guarda con fiducia al progetto di unione con Colere. Il collegamento con la Val di Scalve viene visto come un’occasione irripetibile per rilanciare non solo la stazione, ma l’intero paese.

Nell’aprile 2024 la Rsi, società che gestisce la stazione di Colere, ha sottoscritto l’opzione per l’acquisto di parte degli asset della Nuova Lizzola proprio in vista del possibile comprensorio unico. L’iter del progetto è in corso, ma tra le seggiovie che girano sul versante seriano si fa apertamente il tifo perché vada a buon fine. Omar Semperboni, presidente della cooperativa Nuova Lizzola e direttore di pista della stazione sciistica, non si nasconde e dice la sua, anche al proposito del dibattito che si è scatenato negli ultimi mesi.

Di seguito l’intervista che ha rilasciato a MyValley e Antenna2:

Si sta parlando tanto di Lizzola quest’anno, soprattutto per il progetto di comprensorio unico con Colere. Ma iniziamo dalla stazione: come sta andando questa stagione invernale?
“Sta procedendo nel migliore dei modi. Abbiamo chiuso le vacanze di Natale con un incremento di quasi il 30% rispetto all’anno scorso, e il trend continua su questa linea. Siamo molto soddisfatti, nonostante qualche giornata di brutto tempo. D’altronde, in inverno deve anche nevicare, quindi è normale. Recentemente abbiamo ospitato la gara del Csi organizzata dall’Unione Sportiva Olimpia di Bergamo e la prossima settimana avremo un altro importante evento organizzato dal nostro sci club locale, lo Sci club Lizzola.”

Quanta neve avete in pista?
“Abbiamo circa 1,60-1,70 metri di neve. Non è tantissima, ma nemmeno poca. Abbiamo integrato con neve artificiale, soprattutto nella parte bassa delle piste, consentendo agli sciatori di raggiungere il parcheggio con gli sci ai piedi. Siamo orgogliosi di questo risultato perché offre un servizio in più ai nostri clienti, che giustamente apprezzano la comodità di togliersi gli sci direttamente davanti alla macchina.”

Parliamo del progetto di collegamento con Colere. Perché lo ritenete strategico? Cosa può dare a Lizzola?
“Qualche marcia in più: permetterebbe di modernizzare gli impianti e darebbe nuovo slancio alla nostra stazione. Lizzola merita molto di più di quello che ha. Accogliere investitori privati che credono nelle nostre montagne sarebbe un passo fondamentale. Per noi significherebbe diventare una stazione di Serie A, migliorando i servizi per gli sciatori e garantendo un futuro ai nostri operai, che se lo meritano più che mai.”

Il progetto ha generato un acceso dibattito. Qual è la vostra posizione?
“Siamo delusi dal fatto che non vengano ascoltate le persone che vivono in montagna da sempre. Non parlo di chi viene qui per un fine settimana, ma di chi ha scelto di costruire qui la propria famiglia. Mio padre è stato via una vita a lavorare, ma la famiglia l’ha sempre tenuta a Lizzola. Io sono padre di due figli, come tanti operai del nostro piccolo comprensorio di Lizzola, e vorrei che non andassero altrove a lavorare, ma che rimanessero per creare un futuro qui per i loro figli. Cerchiamo di capire quali sono le priorità. È vero, mancano i servizi, mancano i medici, ma c’è carenza anche in città! Se non facciamo qualcosa, mancherà sempre il medico, mancheranno sempre i servizi e, a questo punto, mancherà anche la gente in montagna. Perché anche noi dobbiamo vivere di qualcosa.”

Quante persone lavorano per la stazione?
“Come Nuova Lizzola, abbiamo quattro operai fissi con contratto a tempo indeterminato, che rappresentano il cuore dell’azienda, supportati dai soci volontari della cooperativa. Durante l’inverno, il numero di dipendenti sale a 15. A noi piacerebbe non dare solo una prospettiva di quattro mesi, ma una prospettiva annuale di lavoro. Anche perché sono quasi tutti residenti a Valbondione o nella valle, quindi hanno bisogno di questa sicurezza. E la sicurezza la puoi garantire solo con questo comprensorio.”

C’è chi sostiene che si debba cambiare l’approccio alla montagna, superando la monocultura dello sci. Cosa ne pensate?
“Non siamo stupidi e capiamo i cambiamenti climatici. Non siamo negazionisti, altrimenti non investiremmo nella neve artificiale. Abbiamo dovuto integrare la neve naturale e sarà così anche in futuro. Per quanto tempo? Nessuno ha la sfera di cristallo. Però gli impianti di risalita si sono già reinventati: una volta funzionavano solo in inverno, ora lavorano anche in estate. Noi sfruttiamo le aperture delle cascate e facciamo girare le seggiovie anche nei mesi estivi, permettendo a 15.000 persone di salire in quota. La parola d’ordine è destagionalizzare. Lo sappiamo benissimo e lo stiamo già facendo da tempo.”

E per quanto riguarda l’impatto ambientale?
“Il dibattito è aperto e non vogliamo nasconderci. Il Cai si vanta di essere stato il primo ad antropizzare le montagne con i rifugi, ed è vero. Dove c’è l’uomo, la natura viene in parte adattata. La chiave è farlo in modo sostenibile, senza stravolgere il territorio. Lo vediamo in Trentino e in Val d’Aosta, dove si è riusciti a integrare turismo e rispetto per l’ambiente. È quello che vogliamo fare anche noi. Colere ha fatto investimenti importanti senza deturpare il paesaggio, anzi, lo ha migliorato. Inoltre, negli ultimi tre anni, con la carenza di precipitazioni estive, abbiamo aiutato i pastori locali, utilizzando i tubi dell’impianto di innevamento per portare acqua al bestiame. La montagna non è fatta solo di impianti e rifugi, ma anche di persone che la vivono per lavoro e necessità. E il progresso tecnologico aiuterà sempre più questa transizione.”

Giovedì 27 febbraio, alle 19, un ampio servizio nell’anteprima Target delle 19 su Antenna 2 (canale 84 del digitale terrestre o in streaming).

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