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Primo Maggio a Bergamo: sindacati in piazza per la sicurezza sul lavoro

Il Primo Maggio si concentra quest’anno su un tema cruciale: la sicurezza nei luoghi di lavoro. Cgil, Cisl e Uil uniscono le forze per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questa emergenza. A Bergamo i sindacati hanno presentato il programma della manifestazione.

Il corteo partirà alle 10 dal piazzale della stazione, con ritrovo fissato alle 9.30. Percorrerà le vie della città fino a raggiungere piazza Vittorio Veneto, dove dalle 11.30 prenderanno la parola rappresentanti sindacali e delegati delle aziende, portando testimonianze dirette. Interverranno, in particolare, il coordinatore della Uil di Bergamo Pasquale Papaianni, il segretario provinciale della Cisl Francesco Corna e il segretario nazionale della Slc (Sindacato lavoratori della comunicazione) Cgil Riccardo Saccone.

Pasquale Papaianni, coordinatore provinciale della Uil, ha sottolineato il significato simbolico e concreto della giornata: «Abbiamo scelto la sicurezza come tema guida, proprio perché la riteniamo una priorità assoluta. Il protocollo firmato ieri a Bergamo vuole essere uno strumento concreto per prevenire criticità nella filiera del lavoro, ma anche un segnale culturale, da trasmettere sin dall’ingresso nel mondo scolastico. Vogliamo una sicurezza a 360 gradi, fatta di prevenzione, formazione e consapevolezza».

Il segretario provinciale della Cisl Francesco Corna ha evidenziato l’urgenza di agire su più fronti: «Solo nei primi mesi del 2025, nella nostra provincia, si contano già sei morti sul lavoro. Occorre rivedere le logiche degli appalti: basta gare al massimo ribasso, servono controlli rigorosi da parte dei committenti. Abbiamo firmato un protocollo col Comune di Bergamo che va in questa direzione. Formazione reale, non solo formale, e attenzione alle piccole imprese sono punti cruciali. La sicurezza deve diventare una cultura condivisa».

Marco Toscano, segretario provinciale Cgil, ha rimarcato la necessità di investimenti strutturali: «Le morti e gli infortuni sul lavoro sono inaccettabili. La tecnologia nei luoghi di lavoro dovrebbe servire a renderli più sicuri, ma spesso non è così. Servono investimenti seri, formazione efficace e accessibile, anche per i lavoratori stranieri, e un potenziamento degli organi ispettivi. Servono più risorse e più personale per garantire controlli capillari».

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