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Divieto di caccia sui valichi montani, in Regione mozione contro la sentenza del Tar

È stata depositata in Consiglio Regionale della Lombardia una mozione per affrontare tempestivamente le conseguenze della recente sentenza del Tar Lombardia che impone il divieto assoluto di attività venatoria su 475 valichi montani del territorio regionale. Il Tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso presentato dalla Lega abolizione caccia, disponendo la chiusura immediata con divieto di ogni forma di caccia nei valichi individuati in Lombardia nella relazione dello scorso ottobre 2024 del commissario ad acta, il direttore di Ispra Piero Genovesi.

«La sentenza del Tar si basa su presupposti antiscientifici e ideologici, che nulla hanno a che vedere con la tutela della biodiversità, ma solo con la totale avversione alla caccia e al mondo venatorio nel suo complesso, che invece va tutelato e difeso visto il prezioso compito che svolge nel custodire l’ambiente, specialmente nei territori di montagna». Questa l’opinione dei consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini e Michele Schiavi, rispettivamente presidente della Commissione montagna e vicepresidente della Commissione territorio di Regione Lombardia.

La mozione esprime una ferma opposizione alla decisione del Tar e sollecita la Giunta regionale a intervenire con urgenza. In particolare, viene chiesto di presentare ricorso al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva, per tutelare le competenze regionali e prevenire effetti irreversibili di una sentenza ritenuta discutibile. Si propone inoltre di avviare un confronto con Governo e Parlamento per modificare l’articolo 21, comma 3, della legge 157/1992, eliminando i valichi montani, ritenuti in contrasto con la normativa europea e le attuali conoscenze scientifiche. La mozione invita anche a sospendere qualsiasi modifica o revoca delle autorizzazioni per appostamenti fissi, nonché nuove tabellazioni, fino alla definizione della vicenda giudiziaria, evitando così sprechi e incertezze. Infine, si auspica una revisione complessiva della legge 157/1992, giudicata superata e inadeguata rispetto agli sviluppi normativi europei in materia di tutela dell’avifauna migratoria.

«Oggi interveniamo con serietà e responsabilità per evitare che venga messo a rischio un patrimonio storico, culturale e identitario insostituibile per tante comunità locali – spiegano Zamperini e Schiavi, promotori della mozione –. Si parla spesso di questo mondo senza conoscerne la reale portata: un universo fatto di competenze, passione, tutela del territorio e trasmissione di saperi antichi, che rischia di scomparire sotto il peso di provvedimenti irragionevoli e tecnicamente discutibili. La loro presenza costante sul territorio consente infatti il controllo responsabile della fauna, la prevenzione di malattie come la PSA, il ripristino ambientale dei sentieri e la messa in sicurezza della viabilità rurale».

 

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