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Un festival per il futuro della Val di Scalve

La Val di Scalve si prepara ad accogliere la prima edizione del Festival Culturale – Val di Scalve: laboratorio di Comunità, un’esperienza itinerante che porterà esperti, studiosi e comunità locali a confrontarsi sul futuro della valle e delle terre alte. L’evento, in programma sabato 27 e domenica 28 settembre, rappresenta il punto di arrivo – e al tempo stesso di ripartenza – del progetto di ricerca “Verso una rigenerazione territoriale e reticolare della Valle di Scalve: un nuovo turismo per un nuovo abitare”, coordinato dall’Università degli studi di Bergamo su iniziativa di Scalve Mountain, in collaborazione con la Comunità montana Valle di Scalve e i comuni di Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore di Scalve.

Il Festival mira a restituire la ricchezza della Valle di Scalve ad abitanti e visitatori, valorizzando beni comuni, produzioni agro-pastorali, risorse ambientali, attività sportive, patrimonio industriale e nuove forme di turismo. Un programma articolato in cinque filoni tematici guiderà i momenti di incontro e confronto: Comunità attiva – Abitare di Comunità e Beni Comuni in Montagna (Vilminore); Agricoltura e allevamento di montagna – Produzioni e certificazioni di qualità (Vilminore); Turismo e nuovi abitanti – Il turismo delle radici e nuovi scalvini tra emigrazione e ritorno (Azzone); Ambiente e sport – Eccellenze ambientali e attività sportive open-air (Colere); Patrimonio industriale tra dismissione e rigenerazione (Schilpario).

La formula sarà itinerante, con spostamenti in navetta per seguire l’intero percorso del Festival: sabato 27 settembre, mattina a Vilminore di Scalve (Palazzo Pretorio) e pomeriggio ad Azzone (Torre Civica); domenica 28 settembre, mattina a Colere (Museo Zanalbert), pomeriggio a Schilpario (Biblioteca Spada e Museo etnografico).

Il Festival ospiterà mostre fotografiche e spazi di approfondimento scientifico curati da dottorandi e giovani ricercatori dell’Università di Bergamo, oltre a panel e tavoli di lavoro con ospiti di rilievo nazionale e internazionale come Annibale Salsa, Letizia Sinisi, Cassiano Luminati, Jasmine Saidbucher e Luc Treichler.

Saranno presenti, insieme al rettore dell’Università di Bergamo Sergio Cavalieri, alla prorettrice Elisabetta Bani e a docenti e ricercatori dell’Ateneo, anche numerose autorità locali e istituzionali, come la Comunità montana di Scalve, i sindaci dei comuni promotori, Scalve Mountain, l’Istituto omnicomprensivo di Vilminore, la Latteria Montana di Scalve, produttori e cooperative, l’Associazione per la tutela del dominio collettivo delle comunità dei beni civici di Oltrepovo, l’Associazione Bine, il Museo etnografico e la Biblioteca comunale di Schilpario, il Parco Minerario Andrea Bonicelli, il Museo Zanalbert di Colere, l’Associazione Fucina di Teveno, la sezione Cai Valle di Scalve, l’Arboreto Alpino Gleno, il gruppo di coordinamento de La Via Decia e alcune realtà industriali, produttive e ricettive della Valle. E ancora: Cai Bergamo, Osservatorio per la Montagna della Provincia di Bergamo, UNCEM Lombardia, Parco delle Orobie Bergamasche, Associazione Nazionale Usi Civici, Ente Bergamaschi nel Mondo, Associazione Le Tre Signorie, The Cheese Valleys e la rivista Orobie.

«Si tratta di un evento importante – spiega il presidente della Comunità montana Valle di Scalve Marco Grassi – per la valorizzazione di tutte le anime della Valle di Scalve analizzate grazie al progetto coordinato dall’Università degli Studi di Bergamo su iniziativa di Scalve Mountain, e la Comunità montana Valle di Scalve, i comuni di Azzone, Colere, Schilpario, Vilminore di Scalve sono attivamente coinvolti per trarre il meglio dalle ricerche e avviare nuove progettualità per lo sviluppo territoriale».

«Il Festival – aggiunge il presidente di Scalve Mountain Ernesto Duci – si propone come opportunità di networking tra imprese, operatori culturali, docenti universitari, enti pubblici e cittadinanza, offrendo contenuti di formazione continua e occasioni di confronto con esperti del territorio, obiettivi primari per la nostra associazione, per seminare cultura del e per il territorio».

«L’evento – conclude la Coordinatrice del progetto di ricerca avviato dall’Università, professoressa Federica Burini – intende offrire alla comunità una finestra sulle dinamiche di valorizzazione e rigenerazione di una valle alpina, partendo dalla comunità e dai valori del territorio, così che possano co-progettare con le istituzioni un modello di sviluppo basato su beni comuni, cultura, tradizioni agro-pastorali e sostenibilità ambientale».

Il Festival coinvolgerà studenti e studentesse dell’Istituto omnicomprensivo di Vilminore di Scalve e dell’Università degli studi di Bergamo, con percorsi di formazione dedicati e momenti di degustazione dei prodotti tipici scalvini.

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