L’edizione 2025 del premio letterario nazionale “Le Coti” di Pradalunga, la nona dalla nascita dell’iniziativa, sarà senza dubbio ricordata come storica. Non solo per una partecipazione che ha raggiunto numeri mai visti prima d’ora, ma anche perché per la prima volta ad aggiudicarsi il riconoscimento più alto è stata un’autrice proprio di Pradalunga: Michela Azzola.
Come ogni anno, il concorso è stato organizzato e promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione Castanicoltori del Misma, all’interno del festival “Castanea” dedicato alla montagna ma, soprattutto, alla castagna: un evento che ogni anno richiama a Pradalunga centinaia di visitatori per iniziative legate alla promozione del paese delle pietre coti e dei suoi prodotti. Anche quest’anno uno dei momenti clou del festival è stata la cerimonia per l’assegnazione dei premi ai tre vincitori del concorso letterario, che si è svolta lo scorso sabato (18 ottobre) nella sala espositiva del Comune. Ben 36 i partecipanti all’edizione di quest’anno di cui 11 da Bergamo e provincia e gli altri da tutto il Nord Italia. Numeri in crescita rispetto alle edizioni precedenti, dato confermato in particolare dalle visualizzazioni del concorso sulle piattaforme nazionali di settore.
«Il concorso è stato visualizzato da circa 116 mila utenti online: un dato straordinario e di gran lunga superiore ai numeri delle edizioni precedenti – ha sottolineato la poetessa Aurora Cantini, presidentessa della giuria – anche il tema “Le mani di una donna” che abbiamo scelto per questa edizione ha dato la possibilità ai partecipanti di proporre un ampio ventaglio di interpretazioni, tutte molto belle e interessanti. I racconti sono stati letti e valutati dai giudici come sempre in forma anonima, e la sorte ha voluto che a vincere fosse proprio una giovane donna di Pradalunga. Un altro dato importante è che molti sono stati i partecipanti uomini: 20 dei 36 complessivi, statistica rilevante se si considera il tema e segno di grande sensibilità».
Il racconto di Michela Azzola, premiato all’unanimità dalla giuria, ha proposto una rilettura del tema in chiave quasi verista, trasportando i lettori nella Pradalunga di inizio Novecento, dove gli uomini erano per lo più impegnati nelle miniere, luoghi di estrema fatica in cui le mani di una giovane donna diventano protettrici e salvifiche. «Teresa, la protagonista del racconto, è un personaggio inventato, ma la sua vicenda potrebbe essere quella di una qualunque donna pradalunghese di quel periodo – ha spiegato Azzola – la mia famiglia è sempre stata legata alle pietre coti; mio nonno è stato uno degli ultimi a lavorarle in bergamasca e sono cresciuta con le sue storie, da cui ho tratto molto spunto».
Michela Azzola, alla sua prima partecipazione, diventa la prima pradalunghese residente a vincere il premio letterario Le Coti, battendo un primato già verificatosi nelle precedenti edizioni, che aveva visto vincere uno scrittore di origini pradalunghesi, ma non più residente al momento della premiazione. Il podio, tutto bergamasco, ha visto al secondo posto un’altra donna: Nadia Cremonesi, originaria della bassa bergamasca, mentre al terzo posto si è piazzato lo scrittore Flavio Moro, di Casnigo. Entrambi avevano già partecipato ad alcune edizioni precedenti, riconfermando anche quest’anno la qualità dei propri racconti.