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Spese sanitarie, i bergamaschi pagano sempre più di tasca propria

I bergamaschi pagano sempre di più di tasca propria per la salute. Le dichiarazioni dei redditi 2025 (relative ai redditi 2024) confermano un quadro sempre più pesante: il 68% delle dichiarazioni (41.536 su 61.002) riporta spese sanitarie o farmaceutiche. La media della spesa sostenuta direttamente – ticket, visite, esami privati e farmaci – raggiunge 1.128 euro a dichiarazione, con un incremento di 44 euro rispetto all’anno precedente. Tra i lavoratori attivi la media è di 1.055 euro, +37 euro in un anno.

«Questi dati  – commenta il segretario generale della Cgil di Bergamo, Marco Toscano – mostrano come la spesa “out of pocket” sia ormai una tassa aggiuntiva che cresce ogni anno, pesando su lavoratrici e lavoratori. La legge di bilancio porta il finanziamento al Servizio sanitario nazionale al 6,16% del Prodotto interno lordo, ancora lontanissimo dal 7%, che dovrebbe essere il livello minimo. Senza risorse adeguate, chi può continuerà a pagare per curarsi, chi non può rinuncerà: succede già al 10% degli italiani».

Tra i pensionati il quadro è ancora più gravoso: la spesa media sale a 1.208 euro, 51 euro in più rispetto allo scorso anno. Per Giacomo Pessina, segretario dello Spi Cgile Bergamo « una spesa importante, che colpisce soprattutto le persone anziane. I loro bisogni di salute sono inevitabili, e proprio per questo risentono più di altri delle carenze strutturali del servizio sanitario regionale. Questi dati confermano la necessità delle nostre rivendicazioni su sanità, sociale e non autosufficienza».

Il crescente peso delle spese sanitarie si inserisce in un quadro di sottofinanziamento della sanità pubblica, una delle ragioni alla base dello sciopero generale che la Cgil ha proclamato per il 12 dicembre. Saremo in piazza per chiedere più risorse, garantire accesso alle cure senza ticket insostenibili ed evitare che la salute diventi un lusso.

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