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Trovato senza battito a duemila metri, ragazzo di 18 anni riportato alla vita

Un diciottenne di Griante, in provincia di Como, è stato salvato sabato 27 settembre dopo essere stato ritrovato in arresto cardiaco sulla cresta tra il monte Bregagno e il Sasso Bellarona, a circa 2.000 metri di quota. Il ragazzo partecipava alla Marathon Trail Lago di Como con partenza da Menaggio quando, nel pomeriggio, si sono perse le sue tracce.

La vicenda è stata ricostruita martedì 2 dicembre in conferenza stampa a Palazzo Lombardia dall’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, insieme all’equipe dell’elisoccorso dell’Agenzia regionale di emergenza urgenza (Areu) di Sondrio che ha operato quel giorno: l’anestesista rianimatore Gabriele Aletti e l’infermiera coordinatrice Raffaella Gianoli. Presenti anche il professor Fernando Luca Lorini, direttore del Dipartimento di emergenza urgenza dell’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Massimo Lombardo, direttore generale di Areu Lombardia, e Francesco Locati, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII.

Il giovane atleta era partito regolarmente alle 8.30 da Menaggio. L’ultimo avvistamento risale alle 12.30, ma nelle ore successive le condizioni meteo sono peggiorate e alcune parti del percorso sono state cancellate per motivi di sicurezza. Quando il ragazzo non si è presentato al checkpoint previsto per il pomeriggio, gli organizzatori hanno dato immediatamente l’allarme. Alle 14.43 sono partite le ricerche del Soccorso alpino, poi si sono aggiunti l’elisoccorso di Como, i vigili del fuoco con l’elicottero Drago dotato di Imsi Catcher (sistema per identificare i telefoni cellulari) e infine l’elisoccorso di Sondrio. Alle 18.10, dopo ore di ricerche rese difficili dalla scarsa visibilità, il Drago ha individuato a vista il ragazzo. L’equipe medica dell’elisoccorso di Sondrio è stata sbarcata in hovering (con l’elicottero fermo in volo) sul posto e ha iniziato immediatamente le manovre di rianimazione avanzata: il giovane era in arresto cardiaco, con una temperatura corporea di 21 gradi. Alle 18.40 è decollato l’elicottero verso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove alle 19.20 è stato applicato l’Ecmo, il sistema di circolazione extracorporea che sostituisce temporaneamente cuore e polmoni.

«È un sistema che ha funzionato davvero in modo mirabile – ha detto l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso – che dimostra come si possa fare davvero qualcosa di eccezionale. Questa storia rappresenta tutto quello che non solo il sistema del welfare ma più in generale il sistema istituzionale, della gestione dell’emergenza e dell’urgenza e della Protezione civile possono arrivare a produrre quando, come sempre accade, si gioca di squadra e i giocatori possono essere considerati dei ‘top player’».

«Confermo in pieno le parole dell’assessore – ha commentato Gabriele Aletti che ha soccorso il giovane nei primi momenti – perché un’operazione del genere non necessita solo delle competenze dei singoli, ma anche e soprattutto che queste vengano espresse in maniera armonica proprio come in un’orchestra dove ognuno ha il proprio fondamentale compito e segue una regia. Questo ha permesso di salvare la vita a un paziente che è stato trovato in condizioni gravissime».

«Al di là degli aspetti prettamente sanitari – ha sottolineato Luca Lorini – mi piace evidenziare la grande passione con cui tutti gli operatori chiamati in causa svolgono il loro lavoro. Una passione supportata da un livello di competenze davvero molto elevato».

«Tra gli elementi di successo di questo intervento – ha spiegato Gianoli – ci sono stati la comunicazione efficace tra le diverse equipe coinvolte, la Sala Operativa Regionale di Emergenza Urgenza dei Laghi, la Creli, e l’elevato profilo dei professionisti intervenuti che è frutto di una formazione continua e mirata».

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