Legambiente sarà in presidio davanti al Comune di Iseo, il 30 giugno prossimo. Chiederà all’amministrazione locale e a Ferrovie Nord di spiegare ai cittadini le misure di sicurezza che si intendono adottare per la realizzazione ad Iseo, in via Ninfea, del deposito di produzione, stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno per la ferrovia linea Brescia Iseo Edolo.
Quasi 200 residenti hanno firmato una petizione lanciata insieme al Comitato pro Ospedale e al Consorzio dei campeggiatori. Essi chiedono, ai sensi degli articoli 51 e 52 dello statuto comunale, di avere un incontro con l’amministrazione entro 30 giorni con risposta scritta, affinché venga fatta chiarezza sull’incolumità dei residenti (interesse collettivo).
«Dopo la pubblicazione dei bandi per assegnare gli incarichi di progettazione e realizzazione degli impianti di produzione di idrogeno, senza nessun coinvolgimento ed informazione ai cittadini, a Brescia (importo 29,8 milioni, la gara è andata deserta) ed Edolo (importo 33,4 milioni di euro), le Ferrovie Nord Milano (FNM) hanno pubblicato anche il bando per il deposito d’Iseo il 17 marzo scorso (importo 23,1 milioni di euro) – spiega Dario Balotta, presidente del Circolo Legambiente Basso Sebino -. L’aggiudicazione della gara, precisa FNM nel bando, “è soggetta all’ottenimento dei fondi del PNRR da parte della Regione Lombardia (come soggetto richiedente) e di Ferrovienord (come soggetto attuatore), fatta salva l’eventuale messa a disposizione di risorse equivalenti da parte di Regione Lombardia, FNM o altro soggetto finanziatore”».
«Il progetto – prosegue Balotta – complessivamente è costosissimo: 338 milioni di euro, di cui 58 milioni di euro per i 3 impianti di produzione che ancora non sono disponibili essendo destinati a progetti veramente green mentre in questo caso l’idrogeno verrebbe prodotto con l’uso del metano».
«Secondo il codice degli appalti, per bandire una gara bisogna avere certezza della disponibilità finanziaria, visto che per partecipare, le imprese investono tempo e risorse – aggiunge il presidente del Circolo Legambiente – . In assenza di questo requisito o le imprese disertano il bando, come nel caso di Brescia, o nel peggiore dei casi, si genera responsabilità precontrattuale, che significa contenzioso e quindi costi per chi bandisce l’appalto, cioè la Regione».
«Mentre in Italia per il settore ferroviario, le Ferrovie dello Stato abbandonano la strada dell’idrogeno pericolosa, inefficiente e costosa come avviene in Europa, solo le FNM, l’azienda ferroviaria lombarda insiste. Analoghi bandi di ferrovie regionali al sud sono andati deserti. Inoltre Confindustria ha recentemente affermato che la produzione decentrata di idrogeno potrà essere una soluzione utile per far partire il mercato, ma non costituirà il modello di lungo termine capace di rendere il vettore un’alternativa realmente competitiva con i combustibili fossili. E comunque necessiterà di ulteriori contributi pubblici per la spesa corrente oltre a quelli d’investimento».
Il presidio del 30 giugno davanti al Comune di Iseo è in programma alle 10,30.