Cosa sta succedendo alla montagna? Anzi, meglio: cosa sta succedendo a chi la frequenta? Sembra non esserci più rispetto, consapevolezza di trovarsi in luoghi con una loro etica e una loro sacralità. In estate vi avevamo raccontato degli atti vandalici su diverse cime di casa nostra. Ora siamo costretti a tornare sull’argomento per un altro episodio, ancor più grave, avvenuto fuori territorio, ma che comunque ci chiama in causa come gente che la montagna la abita quotidianamente.
Sul sentiero del Monte Pizzocolo a Toscolano Maderno, nelle Prealpi Bresciane, qualcuno, armato di bomboletta spray rossa, ha tracciato frecce e indicazioni false che deviano gli escursionisti verso un canalone pericoloso in direzione Sanico, lontano dal percorso ufficiale. Un gesto che ha già provocato episodi di smarrimento e soccorsi, tra cui quello di una famiglia con due ragazzi, recuperata dal Soccorso Alpino.
L’episodio che ha genrato la ferma reazione di del consigliere regionale e presidente della Commissione montagna di Regione Lombardia,Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia). «Non si tratta di uno scherzo o di una goliardata, ma di un vero e proprio atto criminale che ha messo a rischio la sicurezza di chi percorre le nostre montagne e di chi interviene per soccorrere chi si trova in difficoltà».
«Chi ha compiuto questo atto – prosegue Zamperini – non solo ha dimostrato un’assoluta mancanza di rispetto per la montagna, ma ha messo in pericolo vite umane. È un gesto vigliacco, che nulla ha a che vedere con la passione per l’ambiente e per l’escursionismo. La montagna è libertà e bellezza, ma anche responsabilità e sicurezza: non possiamo tollerare simili comportamenti irresponsabili. Presto interverremo per sanzionare ulteriormente atti vandalici e comportamenti pericolosi».
Il presidente della Commissione Montagna ha poi annunciato l’intenzione di attivarsi presso le autorità competenti affinché i responsabili vengano individuati e giustamente puniti. «Mi auguro – conclude Zamperini – che chi ha compiuto questo scellerato gesto venga presto individuato e chiamato a rispondere delle proprie azioni. Magari impiegandolo concretamente, insieme ai volontari del Cai, per ripulire e ripristinare i sentieri che ogni giorno accolgono appassionati e famiglie. Non si scherza con la sicurezza in montagna.»





















