Dopo l’esposizione a Palazzo Creberg, prosegue il processo di riconsegna di 11 dei 14 dipinti restaurati dalla Fondazione Creberg nel corso del 2025 a cui si sommano le 3 pale alzanesi di Giambettino Cignaroli in mostra ad Alzano Lombardo fino al 30 novembre 2025. Il 10 novembre verranno ricollocati alla loro sede originaria – la chiesa di Santo Spirito a Bergamo – i monumentali dipinti raffiguranti rispettivamente San Matteo e l’Angelo e San Giovanni Evangelista scrivente del pittore clusonese Antonio Cifrondi.
Con questo intervento, salgono a 128, dal 2007 ad oggi, le opere recuperate dalla Fondazione Creberg nell’ambito del Progetto “Grandi Restauri”: dipinti, pale d’altare, predelle, polittici, opere per la devozione privata appartenenti a chiese della Diocesi e a Musei del territorio (per un totale di 167 dipinti, considerando le singole opere componenti i polittici).
«Fondazione Credito Bergamasco – spiega il presidente Angelo Piazzoli, ideatore del progetto “Grandi Restauri” – in aggiunta ad interventi culturali, solidali o a favore della ricerca scientifica (che continuano ad essere al centro della nostra attenzione), anche quest’anno ha proseguito nell’azione di restauro di opere d’arte bisognose di cure appartenenti a chiese e istituzioni del territorio. L’impegno nel 2025 è stato ancora più cospicuo del solito, con ben 14 dipinti restaurati ed esposti attraverso una costante attività di monitoraggio, salvaguardia, divulgazione e arricchimento culturale per tutti».
«Ancora una volta – continua il Presidente – siamo vicini alla chiesa di Santo Spirito nella quale siamo già intervenuti a più riprese in passato, a partire dal restauro della straordinaria pala di Lorenzo Lotto tra 2013 e 2015, con il Compianto di Cristo morto di Antonio Cifrondi e la Deposizione di nostro signore di Giulio Carpioni. Quest’anno siamo presenti nella chiesa con il ripristino di due teleri con San Giovanni evangelista scrivente e San Matteo e l’Angelo. Queste due tele fan parte del ciclo evangelico – collocato sopra la porta d’ingresso della chiesa – e si sommano al San Luca dipinge la Madonna e al San Maro ispirato, il cui restauro è previsto per il 2026».
Antonio Cifrondi
Antonio Cifrondi nacque a Clusone nel 1656 e si spense a Brescia nel 1730. Come indica Francesco Maria Tassi nel 1793, il suo apprendistato si dovette svolgere a Bologna grazie a una borsa di studio che gli permise di lavorare nella bottega di Marcantonio Franceschini. Nel 1679 è invece documentato un viaggio d’istruzione a Roma e, come riferisce nuovamente il Tassi, con un soggiorno a Torino e in Francia sebbene di questi spostamenti non ci sia giunta alcuna traccia. Rientrato a Clusone verso il 1686, Cifrondi si rivela essere un pittore estremamente prolifico che lavora velocemente, facendosi aiutare dal fratello Ventura e altri collaboratori. La bottega lascia il segno del suo operato in tutta la Valle Seriana e ben oltre, fino a Brescia dove il pittore conclude la sua vita, ospite del convento benedettino dei Santissimi Fausto e Giovita.
Particolarmente celebri in Valle Seriana sono i dipinti murali della volta della Seconda Sagrestia ad Alzano eseguiti intorno al 1692: pitture ovali e immagini dai contorni mistilinei incastonati tra gli stucchi dove sono raffigurate le “Storie della Passione” e le “Storie della Resurrezione di Cristo”; le pale per la chiesa di San Vincenzo a Cerete Basso, come pure il grande dipinto per la parrocchiale di Cenate Sopra. La maggior affermazione pubblica si riscontra però a Bergamo con la realizzazione, nel 1698, della pala con il Martirio di Sant’Alessandro per la chiesa Sant’Alessandro della Croce. All’inizio del Settecento lo troviamo sempre a Bergamo, ospite nel convento dei Canonici Regolari di Santo Spirito dove lascia una notevole produzione, tra cui le opere oggetto del presente restauro di Fondazione Creberg.
Le opere oggetto di restauro
San Giovanni Evangelista scrivente, 1701 olio su tela, 257 x 159 cm
Il giovane San Giovanni è profondamente concentrato nella stesura del suo vangelo. Sta scrivendo con foga sui disordinati fogli di pergamena del grande librone non ancora rilegato, appoggiato sul tavolo coperto da un drappo fluente. Il livello di raccoglimento e attenzione sono così alti che il Santo non si rende conto della postura assunta, piuttosto scomoda e innaturale, dove il piede, in tensione, fa da perno al corpo. Il volto adolescenziale è assorto nel compito che svolge diligentemente utilizzando una lunga penna d’oca che intinge nell’inchiostro contenuto nel grande calamaio sulla destra. Nella scrittura è aiutato dalla luce che penetra dalle nubi e illumina le pagine. Sullo sfondo, come un’apparizione, si manifesta il simbolo del Santo Evangelista: una monumentale e temibile aquila dalle ali spiegate e dal becco aperto. La firma e la data A.s CIFRONDI P. [pinxit] 1701 sono riportate su uno dei fogli appoggiati sul tavolo contro il quale, in primo piano, campeggia la tavola con l’incipit del Vangelo secondo Giovanni, vergato a mano.
San Matteo e l’Angelo, 1701 olio su tela, 257 x 159 cm
Piuttosto diversa è la figura di San Matteo, molto più in là con gli anni, con la lunga barba bianca e il capo ormai quasi calvo. Anch’egli è seduto ma il piano di lavoro sul quale verga le sue pagine è un tavolo spoglio. Come vuole la tradizione il Santo è in compagnia di un giovane angelo dal quale sembra cercare conforto nella verifica dei testi appena vergati con la lunga penna d’oca intinta nel calamaio aperto. Lo sguardo buono e fiducioso di San Matteo è fisso negli occhi dell’Angelo, creatura divina e depositaria della verità. L’Angelo di Cifrondi sembra illustrare la precisione e l’autorità del messaggio divino che sta dettando a Matteo. La clessidra rossa sul tavolo è un chiaro riferimento allo scorrere del tempo e ai suoi molteplici significati simbolici. La firma e la data A.s CIFRONDI P. 1701 sono iscritte a fianco del prezioso oggetto.
Il restauro
Il delicato intervento di restauro dei due dipinti di Santo Spirito è stato eseguito da Delfina Fagnani (Studio Sesti Restauri) con Valerio Garofalo, sotto la direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Bergamo/Brescia. Per Fondazione Creberg, nel corrente anno lo studio Sesti ha realizzato il restauro di cinque opere (tre delle Collezioni di Accademia Carrara e due della chiesa di Santo Spirito) per le quali la restauratrice Delfina Fagnani ha dichiarato: «Cinque opere di periodi, provenienza e collocazione differenti: rincorrendosi fra loro nell’intero‘700 fino agli albori dell’800 neoclassico; spaziando fra terre bergamasche, veneziane e milanesi; e che possiamo quotidianamente ammirare esposti sia in ambienti ecclesiastici, in una delle più belle chiese della città, Santo Spirito, che museali, nella nostra amata Pinacoteca Accademia Carrara. Terre diverse ma vicine, con intrecci fra gli artisti che comprendono viaggi di studio in città comuni e testimonianze curiose come la prima opera conosciuta del veneziano Pietro Longhi eseguita proprio per una chiesa del nostro territorio, la Parrocchia di S. Pellegrino. Opere che presentavano anche stati di conservazione diversi e che sono state come sempre affrontate approfondendone la conoscenza stilistica e strutturale per poi intervenire su ognuna con metodologie mirate e innovative, con l’attenta direzione lavori del funzionario della Soprintendenza Angelo Loda».
«In comune per queste opere – afferma la restauratrice – le fasi di recupero dipreziosi ed integri tessuti in lino originali, garantiti nel loro ancoraggio ai telai da puntuali ed accurati tensionamenti elastici, prassi ormai collaudata da anni nel nostro studio, che, eliminando tiraggi e chiodature, annullano stress ai manti dipinti; nelle opere museali anche un’ulteriore garanzia da eventuali danni meccanici e possibilità di lettura continua è stata favorita dall’interposizione di pannelli in plexiglass fra il tessuto e il telaio».
«Recupero significativo ed equilibrato – conclude Delfina Fagnani – anche per le intere superfici dipinte, che permettono ora di godere della maestria dei tre artisti: ognuno di loro caratterizzato nelle differenti ed alte modalità tecniche, ma dai comuni intenti nell’esprimere con modernità il loro tempo, lasciando oggi rilevante testimonianza di brani della nostra storia culturale. A nome del nostro studio un sincero grazie al Presidente Angelo Piazzoli e a tutto il Consiglio di Fondazione Creberg per la costante sensibilità nel sostenere queste tipologie di interventi».
La fruizione delle opere
Dopo l’esposizione al pubblico a ingresso libero e l’attività divulgativa effettuata nel mese di ottobre grazie alle visite guidate a Palazzo Creberg, le opere saranno fruibili nella chiesa di Santo Spirito a partire dall’11 novembre negli orari di apertura.



















