Dalle aziende agricole che puntano sulla biodiversità alle falegnamerie 4.0, dalle cantine innovative alle imprese ad alto contenuto tecnologico che sfruttano la robotica per la tutela del paesaggio. È un quadro variegato quello che emerge dalla mappatura della giovane imprenditoria nelle aree montane lombarde, condotta da Unimont – polo di Edolo dell’Università degli Studi di Milano – e finanziata da Regione Lombardia, Assessorato Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, che è stata presentata a Milano, alla presenza dell’assessore regionale Massimo Sertori.
REGIONE LOMBARDIA PRONTA AD ATTIVARE POLITICHE STRATEGICHE – “Mi fa piacere apprendere, come emerge dalla ricerca – ha commentato l’assessore alla Montagna, Enti locali e Piccoli Comuni Massimo Sertori – che ci siano tanti giovani che hanno la voglia e l’energia di fare impresa nelle montagne lombarde, a dimostrazione di come si stiano approcciando in modo diverso rispetto al passato e con uno stile di vita differente alla montagna, ma so anche che questi giovani imprenditori hanno bisogno di sostegno e di finanziamenti”. “Perciò – ha sottolineato – attivare tutte quelle politiche strategiche che consentano di vivere in montagna in modo dignitoso e autonomo è il nostro obiettivo”.
COMMERCIO E ARTIGIANATO I SETTORI IN TESTA – In base ai dati emersi dalla ricerca, svolta su sette province (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese) dove si trova il 39% delle imprese lombarde di cui il 31% in montagna, sono ben 11.200 le imprese a conduzione giovanile attive nei Comuni delle aree montane, ossia il 10% del totale.
Le province più dinamiche risultano essere Brescia, Bergamo e Sondrio. Mentre, per quanto riguarda le dimensioni, le imprese a conduzione giovanile in montagna risultano essere microimprese, dato che il 92% conta meno di 4 addetti. Il settore più affollato è quello del commercio e dell’artigianato (23%), seguito dal turismo (13%), dall’agricoltura (11%), dal settore creativo e tecnologico (3%) e dai settori edile, immobiliare e metallurgico (50%). Solo nella montagna pavese l’agricoltura è in testa con il 61% delle imprese dedicate.
MAGGIOR PARTE DEI GIOVANI HA AVVIATO UN’IMPRESA DA ZERO – I dati riportati confermano comunque lo stato di buona salute dell’imprenditoria giovanile montana, mostrando un trend positivo per oltre la metà del campione (57%) e di equilibrio per il 40%, un elemento tanto più positivo considerato il fatto che il 64% dei giovani imprenditori ha avviato un’impresa da zero, senza ereditare la gestione di quella di famiglia.
OBIETTIVO È ARRIVARE A TESTO UNICO DELLA MONTAGNA – “I tanti interventi attuati fino a oggi sono la dimostrazione di una forte sensibilità della Giunta Fontana verso la montagna. E per accrescere le opportunità di chi vive in territori periferici e difficili, è prezioso, in questo senso, anche il lavoro di studio, indagine e formazione attuato dall’Università della Montagna”. “Obiettivo del mio mandato – ha concluso – è quello di arrivare a stilare un Testo Unico della Montagna, attraverso un percorso di ascolto di tutti i portatori di interesse e di raccolta delle esigenze reali del territorio”.