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Albino, il sindaco: “Cà di Fade, esproprio non è la soluzione”

Albino Cà di Fade dall'alto

È una vicenda che si trascina da almeno 15 anni. E che, almeno per ora, non sembra aver trovato un epilogo. La questione è quella del passaggio alla Cà di Fade, nel Parco locale di interesse sovraccomunale (Plis) di Piazzo.

Se ne è discusso anche durante l’ultimo Consiglio comunale di Albino, in seguito a una mozione presentata dalle minoranze (Progetto Civico PerAlbino e Movimento 5 Stelle). Un tema che il sindaco Fabio Terzi ha accettato di discutere obtorto collo: “Non ho mai fatto mistero che la questione della Cà di Fade non è una priorità né del mio programma né dell’agenda della mia amministrazione – commenta –. Però di fronte a una mozione siamo tenuti a rispondere”. Alla Cà di Fade tutto è iniziato quando il proprietario ha deciso di sbarrare un passaggio pedonale che collegava la parte nembrese a quella albinese di Piazzo.

Una chiusura che le minoranze nella mozione hanno definito “arbitraria”. Ma che il sindaco ritiene legittima: “I catasti storici dimostrano che lì mai vi fu un passaggio pubblico – precisa Terzi –. Il passaggio pedonale principale, storico, tra Albino e Nembro non era quello: insisteva su altre direttrici, più in basso. Inoltre, chi negli anni scorsi presentò un esposto contro la chiusura non trovò soddisfazione, perché il tribunale di Bergamo non lo accolse. Quindi, legittimamente il proprietario ha potuto chiudere quel passaggio”.

La precedente amministrazione, guidata da Luca Carrara ed espressione dell’attuale gruppo di minoranza “Progetto civico”, aveva previsto un nuovo passaggio, disponendo anche l’esproprio di una parte del terreno. Soluzione che però Terzi non condivide: “Capisco l’importanza di ripristinare la viabilità minore in quella zona, ma questo deve essere fatto senza danneggiare troppo i privati e anche rispettando i luoghi e le bellezze paesaggistiche del sito di Piazzo. La proposta avanzata dalla precedente amministrazione, a mio modo di vedere, andava non solo a danneggiare il privato, ma soprattutto a rovinare il luogo. Era stata infatti individuato un passaggio breve che tagliava a metà un bellissimo pascolo. Noi sempre abbiamo manifestato contrarietà all’esproprio e alla realizzazione del passaggio in quella zona”.

C’è comunque bisogno di uscire dall’impasse, sia per rendere fruibile un parco dall’alto valore ambientale e naturalistico sia per l’importanza che gli albinesi attribuiscono a quella zona: “A nostro modo di vedere – spiega il sindaco – la soluzione migliore è quella di trovare un passaggio fruibile che non danneggi  il paesaggio, ma vada a sfruttare e riutilizzare percorsi storici già esistenti. E questi ci sono. Ora aspettiamo che il privato formalizzi una proposta”. Nel frattempo, l’amministrazione dovrà anche decidere in merito alla procedura di esproprio. Le prime settimane di luglio dovrebbero essere cruciali.

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