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Area contaminata vicino al Serio? Il sindaco di Albino: «Allarme ingiustificato»

Fiume Serio

«Ingiustificato ed eccessivo». Il sindaco di Albino Fabio Terzi bolla così l’allarme che si è generato in seguito alla diffusione dei dati relativi ai carotaggi effettuati dal Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca in un’area a margine del fiume Serio. In quella zona è prevista la costruzione di una delle due grandi vasche di accumulo dell’acqua da usare in caso di siccità. I risultati delle rilevazioni hanno evidenziato la presenza nel sottosuolo di metalli pesanti con valori superiori alla norma.

Il primo cittadino tiene subito a precisare: «Per ora bisogna parlare di potenziale contaminazione». Questo anche per «rassicurare tutti i cittadini di Albino e le persone che frequentano quella zona, perché lì passa la pista ciclopedonale della Val Seriana». Terzi spiega quindi che «l’area, pur non essendo di proprietà comunale o interessata da interventi di edilizia pubblica, si trova comunque sul territorio di Albino». Pertanto, «il Comune deve gestire e coordinare tutti gli interventi per capire se la zona è contaminata o no».

Terzi ripercorre in sintesi la vicenda: «Il Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca ha effettuato delle indagini preliminari perché ha in programma di realizzare due grosse vasche. Queste indagini hanno evidenziato dei superi di alcuni metalli pesanti. Noi i dati ufficiali li abbiamo avuti solo ieri (mercoledì 9 settembre, ndr), a fronte di una conferenza di servizio che come Comune abbiamo convocato quando, prima di Ferragosto, abbiamo ricevuto questa segnalazione da parte del Consorzio di bonifica». La conferenza di servizio ha visto seduti al tavolo tutti gli attori coinvolti: Consorzio di bonifica, Asl, Arpa, Ufficio ambiente della Provincia e naturalmente il Comune. Come spiega il sindaco, «un tavolo tecnico per capire che passi successivi intraprendere».

Il primo è già stato programmato. «È necessario procedere a un piano di caratterizzazione dell’area in contraddittorio con l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale, ndr), perché bisogna che l’Arpa a sua volta faccia le proprie indagini e valutazioni. Solo a fronte di questo piano di caratterizzazione potremo fare un’analisi dei rischi e vedere cosa fare e come intervenire. Ma adesso, ripeto, parliamo solo di potenziale contaminazione».

Terzi sottolinea che «i primi dati evidenziano che la falda non è stata contaminata. Questo è già positivo». Inoltre, aggiunge, «se contaminazione c’è, riguarda interventi di decine e decine di anni fa. A memoria quella zona l’ho sempre vista verde. Di conseguenza, si parla di eventuali depositi degli anni ’60, anni ‘70». Il sindaco specifica quindi che «l’area è inserita in un contesto produttivo. Lì la variante al Piano di governo del territorio predisposta dall’amministrazione di centrosinistra prevede un maneggio e le vasche nel sottosuolo. Evidente che adesso tutto è fermo, nessun permesso di costruire può essere rilasciato finché non si capisce bene cosa c’è nel sottosuolo».

Ora che il Comune ha ricevuto i dati ufficiali, «comunicheremo a tutti i proprietari delle aree che sono stati segnalati questi superi», prosegue Terzi. «Convocheremo a breve anche una Commissione territorio per illustrare a i consiglieri di maggioranza e minoranza come stanno le cose, anche per tranquillizzare tutti visto i “titoloni” eccessivi che sono girati in questi giorni».

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