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C’è Salvini, alla Berghem Fest entusiasmo alle stelle

Berghem Fest

Entusiasmo alle stelle, ieri sera alla Berghem Fest, per Matteo Salvini. Il segretario federale della Lega Nord è salito sul palco dell’area feste di Alzano intorno alle 22, annunciato dal senatore bergamasco Nunziante Consiglio e accolto da un’ovazione. Davanti a lui migliaia di persone, non solo militanti leghisti.

Nella serata conclusiva della festa del Carroccio, Salvini ha partecipato a un dibattito con il presidente leghista della Regione Veneto Luca Zaia, moderato dalla giornalista di Sky Gaia Mombelli. Si è parlato subito del fatto del giorno: le parole della figlia dei coniugi uccisi in Sicilia («È anche colpa dello Stato se i miei genitori sono stati uccisi, perché permette a questi migranti di venire qui da noi e di fargli fare quello che vogliono. Renzi deve venire qui a spiegare»). «Non ci sarebbe altro da aggiungere – ha detto Salvini -. Ma per qualcuno i colpevoli siamo noi, perché qualunque cosa accada sulla faccia della terra è colpa della Lega: siamo sciacalli, razzisti, cattivi, brutti, violenti, ignoranti. Qualche fenomeno dice che alla Lega vanno bene queste robe qua, come se noi ci aspettassimo di prendere un voto in più. Io penso che la Lega stia crescendo perché si occupa di Legge Fornero, di studi di settore, di lavoro, di tasse».

Di immigrazione ha parlato anche Zaia. «Questa maggioranza è al Governo dal novembre 2011 e non si sta preoccupando di questo problema. Ma perché non ci chiediamo come mai Germania e Gran Bretagna chiedono al premier danese, presidente di turno dell’Europa, di convocare urgentemente un summit e noi fino al 13 gennaio 2015 avevamo la presidenza del semestre europeo e Renzi non si è preoccupato di portare l’unico dossier importante che era quello degli immigrati? Sei mesi di presidenza europea senza parlare del problema dell’esodo biblico che stiamo subendo».

Inevitabile parlare anche di alleanze: «Sicuramente incontrerò Berlusconi, però un eventuale accordo si fa partendo dal nostro programma. Quindi è qualcun altro che deve arrivare a sostenere le nostre battaglie. Non sono disposto di fare accordi con tutti pur di vincere». A Gaia Mombelli che chiede come vedrebbe Salvini presidente del Consiglio e Berlusconi ministro degli esteri, il segretario del Carroccio risponde: «Ma te lo vedi uno in bermuda a fare il presidente del Consiglio? Però mi dico: se l’ha fatto Renzi lo posso fare anch’io. Il mio obiettivo come segretario della Lega è fare in modo che le idee nostre arrivino a contaminare tutto il paese. E la mia piccola scommessa è di provare a farlo da Nord a Sud». Poi aggiunge: «Non dobbiamo porci limiti. Chi sarà il leader è l’ultimo dei problemi. Mettiamo insieme un programma. E soprattutto facciamo la cosa più difficile: mandiamo a casa questi qua. Hanno fatto delle cose che se le avessimo fatte noi al governo con Berlusconi ci sarebbero state le piazze piene di milioni di persone». E poi un avvertimento: «Tutte le persone che sto incontrando e che mi dicono “credo in voi”, ci danno l’ultima possibilità. È l’ultimo giro. O ce la giochiamo bene questa volta o ci dedichiamo a qualcos’altro».

Infine Salvini lancia la tre giorni di novembre (il 6, 7 e 8) «per mandare a casa Renzi». «Non mi interessa fare uno sciopero alla mo’ di Cgil, alla mo’ di Camusso. È l’esatto contrario. Mi interessa far tirar fuori l’orgoglio a chi lavora veramente: agli artigiani, ai commercianti, agli imprenditori, agli agricoltori. Stiamo lavorando su tre giorni di riscatto, di liberazione. Dovremo “mettere a dieta” lo Stato. Siete in grado di smettere di fumare per tre gironi? Su cosa ingrassa lo Stato? Sul lotto, il gratta e vinci, le sigarette. Mi piacerebbe che in quei tre giorni si consumassero solo prodotti italiani, perché anche andare a far la spesa è un atto politico».

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