“L’Europa non sarà più la stessa dopo il 13 novembre”: ce lo dice Mauro Rota, clusonese in Belgio da anni con la famiglia per lavoro e presidente del Circolo dei Bergamaschi nel Mondo di Bruxelles. Mentre da noi in Italia i fatti di Parigi e della capitale Belga sono solo vicende che ci arrivano filtrate dai media, per chi vive sul posto questa realtà la situazione appare ben diversa. “Abbiamo visto segnali preoccupanti – spiega Rota – e non nascondo che ho seguito l’evoluzione dei fatti anche con una certa preoccupazione”.
“L’altra sera, dopo quattro ore di riunione con l’Organismo del Coordinamento per l’Analisi della Minaccia – ci racconta Rota – il Premier Charles Michel ha confermato la proroga del livello 4 (minaccia seria e imminente fino a lunedì prossimo) per i 19 comuni che compongono Bruxelles Capitale e Vilvorde (comune a nord-est di Bruxelles) che comprende circa 1,2 milioni di abitanti; mentre permane per tutto il Belgio il livello di allerta 3: minaccia possibile e verosimile”.
Il livello di guardia resta alto e continuano alcuni provvedimenti straordinari, eppure c’è la voglia di recuperare la normalità del ritmo di vita (riprendendo lavoro, scuola e altre attività).
“È la prima volta dopo la seconda guerra mondiale – continua Rota – che l’Università di Bruxelles viene chiusa. Dopo lo stop di questi giorni l’ateneo ha ripreso le attività questa mattina. Si sono voluti dare segnali verso la normalizzazione con la riapertura (di questa mattina) delle scuole a cui sono state trasmesse ulteriori consegne di sicurezza: nessuna attività all’esterno della struttura scolastica (piscine esterne, lezioni di educazione fisica all’aperto, riduzione e controllo degli accessi) con il supporto di ulteriori 289 poliziotti. Da oggi riapre anche la metropolitana in modo parziale e progressivo e la pre-metro con il supporto di ulteriori 200 soldati. La società dei trasporti pubblici della capitale, la STIB, ha confermato inoltre la presenza dell’efficiente servizio di sicurezza privato”.
Il blocco della maggior parte della attività di Bruxelles ha acceso polemiche sulla perdita economica. “Va tenuto conto – continua Rota – che l’economia di Bruxelles rappresenta il 20% del PIL nazionale. Nei supermercati aperti, non inseriti nei centri commerciali ancora chiusi, si è verificato l’aumento del 50% delle ordinazioni on-line. Non sono casi isolati i clienti alle casse con tre carrelli stracolmi!”.