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Albino, rette più basse alla Fondazione Honegger

Lascia con una buona notizia, il Consiglio d’amministrazione della Fondazione Honegger di Albino. Dal 1° marzo le rette della casa di riposo (o, come si dice oggi, residenza sanitaria assistenziale) saranno più basse: 2 euro in meno al giorno, 730 all’anno. Un risultato ottenuto grazie al lavoro portato avanti negli ultimi due mandati, entrambi con Tiziano Vedovati presidente.

«Le rette per noi sono sempre state un punto dolente, per certi aspetti – spiega Vedovati –. Avendo meno accreditamenti, abbiamo rette più alte rispetto alle case di riposo vicine. Negli anni ci siamo limitati ad adeguarle per quanto riguarda l’inflazione. Ora però siamo riusciti a diminuirle. Un risultato che giunge al termine di sei anni di lavoro, che per la Fondazione hanno voluto dire aver ottenuto maggiori risorse attraverso gli accreditamenti del nucleo Alzheimer e di dieci post acuti, e attraverso l’istituzione di posti di sollievo privati».

Vedovati ricorda che quando a marzo del 2010 il nuovo Cda si è insediato, la prima decisione assunta è stata quella di chiamare «residenti» e non più «ospiti» le persone che vivono nelle due strutture della Fondazione Honegger. «La Casa albergo e la Struttura protetta sono casa loro», sottolinea il presidente. Quindi, centralità dei residenti, che negli anni è stata declinata in tanti modi.

«Abbiamo potuto fare investimenti significativi per 7 milioni di euro – osserva Vedovati –. Abbiamo aumentato il personale di 30 unità con un mix di qualità tra fisioterapisti, educatori, animatori, infermieri e medici. E questo lo abbiamo potuto fare ottimizzando i costi, ricollocando il personale in esubero». Azioni che, prosegue il presidente, «sono state effettuate per dare un servizio maggiore, pari a 13,59 euro al giorno, che corrispondono appunto a 31 persone in più che curano i residenti all’interno della Fondazione e rappresentano in termini di ore il 25% in più (da 152.465 a 190.475, ndr)».

«Tutto questo – continua Vedovati – ha voluto dire generare un maggiore benessere nelle persone che vivono all’interno, nei loro famigliari e ovviamente nel personale. Perché se il personale ha più tempo per assistere i residenti, i famigliari si sentono più rassicurati del livello di cura che siamo in grado di garantire. E questo lo si è visto anche nella crescita del livello di gradimento verificata attraverso i questionari annuali che abbiamo sottoposto».

Il presidente della Fondazione conclude ringraziando «i colleghi del Consiglio d’amministrazione che si sono avvicendati in questi sei anni. A partire dal vicepresidente Alessandro Bergamelli, poi la consigliere Luciana Birolini, Maurilio Gnecchi, Delia Camozzi. E nel primo mandato Paola Benigni. Ultimo ma non meno importante, per il grande apporto che ci ha dato nella prima fase, Fabio Zucca».

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