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Marò, l’ammiraglio Caffio: “Questione di giurisdizione”

Nastrini gialli in vista, chi sul petto, chi nel cuore. A Clusone, anche se città delle valli bergamasche, ieri in tanti hanno voluto essere presenti alla prima serata del ciclo di due incontri promossi dal Circolo Culturale Baradello e dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (Bergamo) dedicate ai due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La vicenda dei due militari in servizio come nuclei militari di protezione sulla petroliera Enrica Lexie, nave che il 15 febbraio del 2012 si trovava al largo delle coste dell’India, è stata presentata dall’ammiraglio (r) Fabio Caffio.

«Tutti gli organi dello Stato – spiega in un’intervista a margine della serata – hanno più volte dichiarato la loro vicinanza e lo stesso hanno fatto gli italiani. Dopo quattro anni è ora il tempo di risolvere questo caso. La situazione di Girone non è tra le migliori, continua a stare lontano dall’Italia e ad avere limitazioni della sua libertà personale. Adesso dobbiamo concentrarci sui prossimi sviluppi che sono le udienze della Corte Arbitrale che si riunirà all’Aia che è stata incaricata di risolvere il caso. In questo ambito l’Italia ha riproposto la questione delle misure cautelari, fare tornare Girone e mantenere Latorre in Italia in attesa che il caso si risolva. Qualsiasi sia la decisione futura intanto loro devono tornare, questo è il minimo una volta che si è attivata una procedura internazionale. È il minimo che tuttavia l’lndia continua a rifiutare, i motivi sono tanti, possiamo dire “nazionalistici”, come continuare a sostenere le proprie tesi a oltranza, anche in contrasto con il diritto internazionale, perché il diritto internazionale centra soprattutto per quel che riguarda il principio di immunità. Mai nella storia delle relazioni internazionali militari sono stati sottoposti a misure restrittive in tempo di pace in uno stato estero per fatti connessi al servizio. Quando pensiamo a Latorre e Girone, dobbiamo pensare a due militari in divisa che non hanno mai abbandonato la loro divisa e hanno continuato a indossarla sempre in questi quattro anni e loro rappresentano l’Italia. Girone attualmente a Nuova Deli rappresenta l’Italia e dietro di lui c’è tutto il Paese, perché lui era in missione ufficiale, adempiva a degli ordini, aveva delle regole ben precise da rispettare. Le ragioni dell’Italia sono queste: far valere la propria giurisdizione perché si tratta di militari che hanno commesso fatti accaduti in servizio. Questo si poteva fare prima o all’inizio della vicenda, ma questa è un’altra questione che riguarda le relazioni diplomatiche, il modo con cui il nostro Paese si relaziona. Diciamo che l’Italia sarà sempre un Paese moderato nelle relazioni internazionali. Devo dire tuttavia che a volte e questo caso lo dimostra, la moderazione non sempre paga».

L'ammiraglio (f) Fabio Caffio e il capitano di fregata (r) Paolo FioraniLa seconda serata si terrà venerdì 4 marzo con il giornalista Toni Capuozzo (alle ore 20,45 in sala Legrenzi) autore del libro “Il segreto dei marò” (Mursia). Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno è previsto anche l’incontro con l’autore presso la libreria Rasmussen di Clusone.

Serata con l'ammiraglio Fabio Caffio a Clusone, foto di gruppo

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