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Clusone, il Vescovo incontra il Vicariato

Emozioni, quelle vere di chi si racconta mettendo in mostra i propri sentimenti ed esperienze per le quali ci si commuove sia nel presentarle, sia nell’ascoltarle. Sul palco del cineteatro monsignor Tomasini di Clusone ieri sera non è andata in scena una recitazione: sono state semplicemente portate le testimonianze di alcune persone della comunità. Davanti a monsignor Francesco Beschi, al vicario don Mauro Bassanelli, all’arciprete di Clusone monsignor Giuliano Borlini e a una platea gremita, si sono presentate famiglie, persone comuni e sacerdoti.

«Se erano commosse le persone che ci stavano offrendo le loro testimonianze – ha detto il Vescovo -, lo eravamo altrettanto noi nell’ascoltarle».

Il Vescovo ha incontrato il vicariato Clusone-Ponte Nossa con una serata indicata in modo particolare agli operatori parrocchiali che per vario titolo sono legati alla carità. «L’esercizio della carità – ha detto Beschi – è più di un’idea: è un modo di essere cristiani. La carità è qualche cosa che caratterizza la vita del cristiano. Anche la stessa famiglia è tutta connotata da relazioni che possono vivere e resistere nel tempo nella misura in cui sono alimentate dalla carità».

Uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurarsi: sono i verbi  del vivere come cristiani su cui è stata imbastita la riflessione.

Rispondendo a una persona che ha chiesto il perché diverse istituzioni siano dimentiche di carità sua Eccellenza ha risposto: «Uno degli aspetti più evidenti è che spesso non abbiamo un rapporto significativo con il territorio. A mio giudizio questo rapporto tra Chiesa e territorio può essere molto più fecondo. Siamo in una presenza molto consistente, ma a mio giudizio si potrebbe fare crescere il territorio molto di più».

Clusone, l'incontro con monsignor Francesco Beschi, la testimonianza di una famiglia
Clusone, l’incontro con monsignor Francesco Beschi, la testimonianza di una famiglia

Un altro argomento proposto dai presenti nella prima parte della serata è stato quello della gratuità. «Questo è un tema di grandissimo rilievo – ha detto Beschi -, è un grande valore. La comunità cristiana si caratterizza per la vita e la dimensione della carità: è un segno di riconoscimento della comunità cristiana e quando diciamo carità diciamo gratuità. Gratuità non significa tuttavia che non costa nulla. È infatti esattamente il contrario: gratuità significa che costa tutto. Noi abbiamo molto spesso banalizzato la gratuità: il costa niente, è gratis. E poi finisce che la percezione è che non valga niente, ma l’amore di una persona che trova parte del suo tempo per una persona che ha bisogno, ebbene questo costa tutto. Non è che se costa niente ed è gratis lo si fa con leggerezza. La comunità cristiana si caratterizza di questa gratuità a partire da quanto ha fatto il Signore. Dobbiamo camminare su questa strada cominciando anche da noi preti. Il nostro servizio deve essere tutto ispirato alla gratuità».

È la quinta volta che il Vescovo visita i 28 vicariati della Diocesi di Bergamo. Nella giornata in alta valle Seriana ieri mattina Beschi ha incontrato i sacerdoti e ha trovato il modo di andare a trovare anche ai preti anziani o in condizioni di salute tali da non potere intervenire. Il vicario locale don Mauro Bassanelli, prima dell’incontro, ha consegnato a Beschi una relazione specifica sul tema della carità.

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