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The Floating Piers in una giornata affollata? Come è andata a noi

Visto le recenti polemiche sulle code e i trasporti organizzati per The Floating Piers, proviamo anche noi a raccontarvi una delle giornate più bollenti nella storia dell’opera dell’artista bulgaro.

The Floating Piers, vista da Sulzano

Il nostro viaggio parte da Pisogne dove gli aspiranti camminatori sulle acque hanno due alternative: il treno e il traghetto. Arriviamo alle 8 per prendere il battello delle 8,30. Impossibile tuttavia salire a bordo senza la prenotazione, i posti disponibili per chi non ci ha pensato per tempo sono pochissimi e la gente accodata è davvero tanta. In molti, noi compresi, decidiamo allora per il piano B, ma anche qui la calca alla stazione ferroviaria è sicuramente straordinaria e la “vetturina” che corre sui binari arriva poco dopo le 9 già carica.

The Floating Piers, in stazione a Pisogne si aspetta il treno

Il treno ingoia a fatica la folla. Dentro gomito a gomito, persone di ogni età in piedi.

The Floating Piers, in piedi sul treno
The Floating Piers, in piedi sul treno

Finalmente sul treno incomincia il viaggio, ma quando la passerella si profila all’orizzonte ecco la sorpresa, i tre vagoni si fermano a Sale Marasino. Lo sgomento serpeggia, le informazioni scarseggiano, smarriti gli stranieri. Si scende, alle 9,30 Sulzano è già interdetta agli arrivi ferroviari, dall’ombelico del Sebino (su rotaia) si può solo andare via.

The Floating Piers, Sulzano da Peschiera
The Floating Piers, Sulzano da Peschiera

Via allora a piedi fino a Sulzano, mentre qualcuno decide di attendere il treno per il ritorno. È una buona passeggiata, ottimo il paesaggio. Finalmente eccola, splendida adagiata sul lago, come un miraggio nel deserto: l’agognata passerella.

Navigazione lago d'Iseo, battello, imbarcazione

Ma il traffico sul pontile è nulla in confronto con quello umano a terra. Migliaia di persone attendono sotto il sole in coda, tutte che sperano di potere varcare i cancelli guardati a vista dall’organizzazione. Si parla di quattro-cinque ore di attesa. Optiamo di nuovo per un piano alternativo, il traghetto dell’ultimo chilometro, quello che da Sulzano porta a Peschiera. Il personale ci dice che l’attesa non è molta. Ci facciamo convincere.

The Floating Piers, imbarco a Sulzano

Dopo qualche minuto ci accorgiamo che davanti a noi è tutto immobile. All’imbarcadero la gente fa la coda all’italiana e senza la gestione della fila i soliti furbetti allungano i tempi di attesa di tutti quelli diligenti. Due ore dopo eccoci sul battello (sul quale vengono imbarcate una trentina di persone alla volta) e con pure qualche livido come souvenir della disumana ressa per salire a bordo.

The Floating Piers, l'ultima attesa dopo lo sbarco a Peschiera
The Floating Piers, l’ultima attesa dopo lo sbarco a Peschiera

Di nuovo in viaggio su di un mezzo motorizzato, questa volta la passerella sfila alla nostra sinistra, ovviamente stracolma di gente. Sbarchiamo a Peschiera, ma di nuovo siamo fermi in coda: vengono fatte accedere all’installazione tante persone quante se ne vanno. L’attesa questa volta è breve, ma è l’ennesima.

Arriva finalmente il nostro turno! È una grande gioia! Sono le 11,50 e sono trascorse quasi quattro ore dal nostro arrivo a Pisogne. Proprio per le tribolazioni sembra quasi di avere compiuto un’impresa. Ci abbandoniamo allora ai selfie glorificanti, non per dire “ci siamo stati”, ma con il sapore del “ce l’abbiamo fatta”.

Il nostro giro è veloce, e dopo il “nostro momento unico” ci  incamminiamo per il rientro attraversando le acque sulla passerella che porta a Sulzano. Alla stazione ci accodiamo. Ma il treno non arriva, per un soffio abbiamo perso quello delle 12,40. Può capitare, aspettiamo. Il tempo passa e i minuti in piedi sotto il sole diventano tanti, dietro di noi la fila si allunga. Chiediamo informazioni, ma gli agenti di polizia, che fermano e assistono come fragili argini il fiume di persone concentrato nella stazione, non sanno nulla.

Dopo un’ora ci dicono che i treni sono stati fermati per non sovraffollare The Floating Piers. Si sapeva che ci sarebbero stati disagi e che i vagoni non avrebbero portato persone a Sulzano tra le 10 e le 12, ma nessuno aveva avvisato che i treni non sarebbero più ripartiti dalla stazione.

Le ore diventano due. Arriva finalmente un treno che scarica persone e riparte vuoto tra i fischi dei presenti. Ne arriva un altro che però non va oltre a Sale Marasino. Le persone in coda iniziano ad alzare la voce contro gli agenti della polizia. Gli animi si scaldano. C’è tensione nell’aria, vola anche qualche insulto. Alcuni tedeschi dietro di noi ci dicono che dopo questa esperienza non torneranno più in Italia. Alla fine dopo più di tre ore immobili in coda il treno arriva e carica i presenti. Un disagio che si poteva evitare semplicemente avvisando i presenti in merito all’orario di ripristino della tratta e non lasciandoli in un limbo dal sapore di inferno per il sole delle ore centrali della giornata. Saliamo, rientriamo, possiamo dirlo di nuovo: “ce l’abbiamo fatta”.

The Floating Piers, l'attesa alla stazione di Sulzano
The Floating Piers, l’attesa alla stazione di Sulzano

Considerazioni finali: probabilmente siamo stati molto sfortunati. Tuttavia volevamo testare il maggior numero possibile di soluzioni per chi non avesse prenotato il viaggio. La gente è tantissima, per questo se non si vuole rinunciare (e crediamo che sia un’esperienza da provare), serve armarsi di tanta pazienza.

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