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Sul pizzo Porola svetta il tricolore

Con i suoi 2981 metri è una delle vette più alte delle Orobie. Per la precisione la quarta, dopo Coca, Redorta e Scais. Tuttavia, in pochi raggiungono la cima del pizzo Porola, in territorio di Valbondione. Poche settimane fa, però, dalla Val Seriana sono saliti in una dozzina, anche perché c’era un anniversario da ricordare.

Nel 1961 il Gav Vertova aveva sistemato sulla cima una croce e una piccola campanella. Ma, come sempre, tempo e clima alla lunga non perdonano. «Nel 2006 – racconta Alex Bombardieri, del Cai di Gazzaniga -, durante una gita sociale, mi accorgo che alla campanella mancha il batacchio e che la base del treppiedi dove appoggia la croce ha bisogno di attenzioni».

Pizzo Porola Cai Gazzaniga

Urge un intervento. Gav Vertova e Cai di Gazzaniga decidono così di unire le forze: «In 27 amici – prosegue Bombardieri – siamo saliti per i lavori necessari alla sistemazione, abbiamo ripristinato la campanella e aggiunto un contenitore che porta il libro di vetta. Negli anni successivi sono salito un anno sì e uno no, ma dal 2010 è rimasto lo stesso libro visite perché non sono molte le perone che raggiungono questa vetta».

Pizzo Porola Cai Gazzaniga

Scorrono i giorni, le pagine dei calendari si voltano in fretta, e così arriva il 2016, decimo anniversario della sistemazione. Una nuova spedizione è d’obbligo: «Siamo tornati in 12 – racconta Bombardieri -, non senza difficoltà, ancora per la tanta neve e come risaputo per la pessima roccia di queste montagne. Con grande sorpresa abbiamo scoperto che in quasi 6 anni poco più di 50 persone erano salite fino in cima, contando anche due salite del Cai di Gazzaniga. Oltre ad aver constatato l’ottima forma della croce e della campanella, abbiamo lasciato un nuovo libro di vetta e la bandiera italiana».

Tra i 12 componenti della spedizione c’erano anche «quattro giovani che non erano mai stati lassù». A quasi tremila metri, Alex Bombardieri ha portato anche il ricordo di un amico: «Angelo Grassi era stato con me promotore della sitemazione nel 2006, ci ha lasciato per una malattia cinque anni dopo». Di sicuro, qualche settimana fa sul pizzo Porola c’era anche lui.

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