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«C come casa» si anima, di persone e di progetti

«C come casa», la comunità residenziale per persone disabili costruita dalla Cooperativa Sottosopra a Sant’Alberto di Parre, inizia ad animarsi: di vita, di persone, di progetti, di nuove idee. Con l’arrivo dell’autunno diversi percorsi sono pronti a partire. Riguardano sollievo, avvicinamento all’autonomia, formazione, condivisione.

Carla Balduzzi, responsabile della comunità, spiega: «Abbiamo presentato un progetto che è stato finanziato dalla Fondazione della Comunità bergamasca. Insieme alla Cooperativa Sottosopra, sono coinvolti alcuni partner: l’associazione Idem, la Comunità del Pane e il Centro bergamasco per l’integrazione, che ha visto crescere con noi questa casa e con cui abbiamo fatto anche un percorso di formazione rispetto al tema della residenzialità. Il progetto è inoltre sostenuto dall’ambito dei servizi sociali di Clusone».

Sono previsti tre tipi di azioni. «Il primo prevede percorsi di sollievo o di avvicinamento alla residenzialità strutturati in 14 weekend durante l’anno, da ottobre 2016 a ottobre 2017 – prosegue Carla Balduzzi -. In questi fine settimana, dal sabato alle 10 alla domenica alle 16, potranno essere ospitati piccoli gruppi di persone disabili, grazie alla presenza costante di due operatori. Vuole essere un primo passaggio per le famiglie che hanno desiderio di far sperimentare gradualmente cosa significhi vivere al di fuori della propria casa. Questo sia come sollievo, ma anche con l’idea di avvicinare gradualmente il proprio familiare a questa realtà».

La seconda azione è rivolta a persone con disabilità con un buon grado di autonomia. «L’idea è permettere loro di sperimentarsi in una vita un po’ più indipendente, utilizzando l’appartamento che abbiamo al pianoterra dedicato proprio ai progetti di autonomia – aggiunge la responabile della comunità -. Anche in questo caso non mancherà il supporto degli operatori, ma l’obiettivo è dar l’opportunità di provare momenti di vita indipendente, dalla gestione della casa alla preparazione dei pasti».

La terza parte del progetto, infine, è dedicata alla formazione dei volontari. «Una formazione specifica rispetto a cosa significa fare il volontario all’interno di una struttura residenziale, che è diverso rispetto al volontariato nei servizi – sottolinea ancora Carla Balduzzi -. Cercheremo di formare un gruppo che possa essere di supporto nelle attività della nostra struttura».

All’inaugurazione di «C come casa», a febbraio, la Cooperativa Sottosopra aveva anche immaginato che qualcuno potesse abitare la comunità in pianta stabile. L’idea si concretizzerà presto. «Il secondo appartamento che abbiamo costruito a pianoterra ospiterà da settembre una studentessa che ha deciso di essere qui con noi. Sarà una risorsa molto preziosa, perché avere una persona che abita qui è veramente importante».

Per chi fosse interessato a uno dei percorsi proposti dalla comunità, l’invito è di rivolgersi alla propria assistente sociale che darà tutte le indicazioni e farà una valutazione rispetto al bisogno.

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