«Il sindaco avvisa che senza essere informato preventivamente sono stati collocati 59 cittadini stranieri nella ex colonia del Monte Bue»: questo il messaggio apparso oggi sui pannelli informativi elettronici del Comune di Cene.
Il primo cittadino Giorgio Valoti ha postato una foto di un pannello anche sul proprio profilo Facebook. L’immagine è accompagnata da un messaggio: «Si invita tutta la popolazione a partecipare al Consiglio comunale previsto per oggi 26 ottobre ore 20,30. Oltre al trattamento dei punti all’ordine del giorno, faremo il punto della situazione sull’emergenza che il nostro paese sta vivendo/subendo in prima persona da ieri notte. A stasera!».
La struttura dove sono stati accolti i profughi è della Diocesi di Bergamo e già in passato aveva ospitato dei migranti.
Raggiunto al telefono, il sindaco ci spiega: «Eravamo in preconsiglio e abbiamo visto un pullman bianco che andava verso il Monte Bue. Saremo anche consiglieri comunali buzzurri della Lega, ma abbiamo capito che c’era qualcosa che non andava. Anche perché al mattino il prefetto mi aveva chiamato dicendo che avevano messo l’occhio su quella struttura. Ho risposto: se è idonea, dovete fare delle verifiche. Nessuno, però, mi ha detto che avrebbero mandato dei cittadini stranieri. Questa mattina ho detto al capo gabinetto della prefettura che chiamare il sindaco mi sembrava il minimo».
Quanto al Consiglio comunale di stasera, Valoti osserva: «Voglio informare i cittadini, perché qualcuno ha messo in giro la voce che io sarei stato consapevole. Non è vero. Nessuno mi ha detto che arrivavano e quanti ne arrivavano. Penso di essere una persona seria e leale, non ho bisogno di sotterfugi per dire sapevo o non sapevo».
Quando gli chiediamo se l’Amministrazione comunale ha intenzione di muoversi in qualche modo, Valoti risponde: «Il folclore è una cosa che non mi è mai piaciuta. Però dico: queste sono le situazioni. Vedremo. Il fatto è che si sta improvvisando. Da un Governo centrale alla periferia, si passa ai prefetti che si trovano nella stessa barca e non sanno nemmeno loro cosa fare. Non è questo il sistema di accoglienza».
«Questi giovani sono stati messi in un ghetto – conclude il sindaco di Cene -. Una bella struttura, ma a quattro chilometri dal capoluogo. Se è questa la carità cristiana che si vuol dare, io mi dissocio completamente».
L’intervista al sindaco: