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Renzi a Bergamo per il Sì al referendum

Sei mesi dopo aver lanciato la campagna per il Sì al referendum costituzionale, Matteo Renzi è tornato a Bergamo. Il presidente del Consiglio sta parlando al Centro congressi Giovanni XXIII a sostegno della riforma che porta la firma del suo Governo.

Renzi è stato presentato dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Prima di dedicarsi al referendum, il premier ha parlato di immigrati, diritto allo studio ed elezioni americane. Poi l’intervento a favore del Sì, partendo dalla domanda che i cittadini si troveranno sulla scheda elettorale il 4 dicembre, occasione per sviluppare i diversi punti della riforma.

Matteo Renzi

«Il referendum è l’occasione per ragionare di che tipo di Italia vogliamo. Se riusciremo a far passare il sì, accadrà che potremo discutere di un’Italia diversa», ha detto Renzi. Il premier ha scherzato anche sui sondaggi, che vedono in vantaggio il no. «Questo è perfetto perché ultimamente…», riferendosi a quanto avvenuto negli Stati Uniti con Trump.

«Questa riforma non è il pasticcio che molti hanno raccontato . È l’occasione vera per poter finalmente rimettere in moto l’Italia – ha sottolineato Renzi -. Dobbiamo fare industria 4.0, dobbiamo investire sull’innovazione, dobbiamo portare i ragazzi dell’università a guardare con un po’ di speranza al domani. Dobbiamo finalmente far sì che l’italia torni a correre».

Il presidente del Consiglio ha poi difeso l’azione del suo governo: «Due anni e mezzo fa eravamo fermi, ci dicevano che avremmo fatto la fine della Grecia, che l’Italia non sarebbe andata da nessuna parte. A forza di spinte, botte, abbiamo rimesso in piedi la macchina. Adesso questa macchina può correre».

Renzi si è detto «molto fiducioso nella maggioranza silenziosa degli italiani, perché gli italiani sono persone di buon senso. È meraviglioso giocarsi questi venti giorni dalla parte di quelli che vogliono cambiare, di quelli che vogliono bene al futuro dell’Italia.  Evitiamo di ingrossare le fila dei rimpianti del giorno dopo».

Infine, l’invito ai sostenitori del sì ad andare «casa per casa, comune per comune, luogo per luogo: questo è il meccanismo. Anche se la gente vi dice di no, avrete restituito valore alla politica. Perché questa è la politica: andare incontro agli altri e parlarci».

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