Davanti all’Ospedale «Locatelli» di Piario, questa mattina, è andata in scena la protesta dei sindaci contro la chiusura del punto nascita decisa dal Ministero della Salute. Più di venti i primi cittadini e gli amministratori presenti. Con loro anche i consiglieri regionali bergamaschi Roberto Anelli e Silvana Saita (Lega Nord), Lara Magoni (Lista Maroni), Jacopo Scandella (Partito democratico) e Dario Violi (Movimento 5 Stelle).
C’è chi ritiene sia ancora possibile convincere il Ministero a fare dietrofront. Come Roberto Anelli: «Maroni ieri ha dichiarato di non essere d’accordo con la chiusura di questi reparti, mi auguro quindi che possa andare dal ministro Lorenzin a parlare, a spiegargli dove si trova l’ospedale di Piario, perché purtroppo come accade spesso Roma non sa nemmeno di cosa si sta discutendo, e quindi a trovare una soluzione per contrastare questa scelta scellerata. Oggi si stanno muovendo gli amministratori locali, ma mi auguro che presto si muova la gente, perché è alla gente che viene portato via qualcosa».
Duro il commento di Dario Violi: «È una situazione veramente indecente – esordisce -. Noi lavoreremo con tutte le forze sociali del territorio in modo compatto per impedire che il punto nascita venga chiuso. Ci lavoreremo fin da subito perché la montagna non può essere trattata in questo modo: dà tante risorse alla Regione e al Paese, deve essere ripagata non defraudata. La montagna non è un territorio di serie B».
Silvana Saita, che tra l’altro fa parte della Commissione sanità del Consiglio regionale, spiega: «Io sono qui per protestare contro la chiusura di questi punti nascita. Anzitutto quello di Piario, nella mia provincia, ma anche gli altri quattro della Lombardia. Ci sono tutte le garanzie necessarie, quindi hanno motivo di restare, perché da questi paesi arrivare in città il percorso è lungo. Lì sì che si rischia la maternità. In altre parti d’Italia, dove non c’è sicurezza, sono state concesse deroghe. Su di noi invece tagliano brutalmente da un giorno all’altro».
«Questa scelta va assolutamente rimessa in discussione. Anzitutto per il territorio enorme a cui fa riferimento Piario e per un calo demografico che negli ultimi anni è stato marcato – commenta Jacopo Scandella -. Ora la richiesta che possiamo fare, se lavoriamo insieme a tutti i livelli, è ottenere una finestra di tempo di tre anni entro la quale provare ad aumentare il numero di parti così da garantire il presidio di Piario».
Da parte degli amministratori è forte l’appello alla popolazione perché faccia sentire la propria voce: «Oggi davanti all’ospedale ci sono i sindaci o i loro delegati – afferma il primo cittadino di Clusone Paolo Olini -, ma in questo momento rivolgiamo un invito alla gente perché ci dia una mano a difendere la nostra montagna da scelte calate dall’alto, inopportune e non condivisibili».
I sindaci hanno quindi deciso di mobilitare anche i cittadini. Sabato (17 dicembre) si terrà una manifestazione di valle davanti all’ospedale a cui è invitata a partecipare tutta la popolazione. Si comincerà alle 10.