Il coordinamento antifascista Alto Sebino, Valle Camonica e Valli bergamasche ha scritto al prefetto di Bergamo una lettera aperta in vista della commemorazione in programma il 28 maggio al cimitero di Rovetta per ricordare i 43 militi della Legione Tagliamento fucilati il 28 aprile 1945. Questo appuntamento sarà preceduto sabato 27 a Lovere dalla commemorazione di altri due militi, anche loro della Tagliamento, che l’8 giugno 1945 furono prelevati dai partigiani dall’ospedale e buttati nel lago, dove annegarono. L’anno scorso, proprio a Lovere, si erano verificati scontri, con il ferimento di due poliziotti e di tre manifestanti contrari alla commemorazione fascista.
Nella lettera inviata al prefetto il coordinamento ha scritto che ritiene la commemorazione della strage di Rovetta «il pretesto per uno dei maggiori raduni nazifascisti d’Italia, con mani tese nel saluto romano, inni e canti inneggianti al ventennio fascista e alla violenza politica, bandiere della Rsi, aquile romane e altri simboli».
«Dietro l’apparenza della commemorazione, dove i familiari dei caduti si contano sulle dita di una mano – si legge ancora nella lettera -, c’è in realtà il tentativo di stravolgere e reinterpretare eventi bellici passati, screditando la memoria di tutto il movimento di Liberazione, mettendo sullo stesso piano chi ha lottato per la libertà e chi, agli ordini dei tedeschi, ha cercato di soffocarla. Anche a Lovere i neofascisti esibiscono i loro simboli di violenza cercando visibilità. Sfregiano in questo modo il ricordo della Resistenza e feriscono la memoria storica di Lovere».
Nella lettera il coordinamento antifascista invita il prefetto a «un intervento deciso affinché la situazione rientri nella legalità» e a «negare spazi di agibilità politica al fascismo, oltre che sanzionare ogni esibizione dei suoi simboli».