Notizie

Continua il lavoro sugli scritti di Fra Tommaso da Olera

Sono trascorsi circa tre anni e mezzo dalla beatificazione di Fra Tommaso da Olera (Olera, 1563 – Innsbruck, 3 maggio 1631), avvenuta nella cattedrale a Bergamo il 21 settembre 2013, nell’anno del 450° anniversario della morte del cappuccino laico, una figura molto complessa e interessante della Chiesa bergamasca.

Oggi nel giorno del transito, in preparazione alla camminata francescana di questa sera che da Alzano Lombardo raggiungerà Olera, ad Albino, presso i Padri Dehoniani, si è tenuta una conferenza dal titolo “Un itinerario di perfezione, la via del cuore aperto di Gesù”. Il compito di presentare la figura del Beato bergamasco è stato affidato al vice postulatore Padre Rodolfo Saltarin.

L’incontro di oggi ad Albino dedicato al Beato Tommaso da Olera

Il Beato Tommaso, che lo stesso Papa Giovanni XXIII definì “Un santo autentico e un maestro di spirito”, non solo ha lasciato un’importante opera come “Fuoco d’amore” che il pontefice bergamasco tenne sempre sul comodino, ma anche numerosi altri scritti che in questi anni hanno reso possibili diverse pubblicazioni.

Fotografia di Marcello Neri

L’ultima, “Concetti morali contro gl’eretici. Trattatelli ascetici”, è del 2016. «La terza pubblicazione degli scritti – spiega Saltarin – non è l’ultima: la quarta è in preparazione, un epistolario, e ce ne sarà anche una quinta, gli indici. Nel 2017 è uscito inoltre “Il cuore di Gesù negli scritti di Tommaso da Olera”, testo curato da un teologo italiano che insegna in Germania, Marcello Neri. Il libro che è stato consegnato direttamente a Papa Francesco da uno dei miei collaboratori, Doriano Bendotti». Fra Tommaso nutrì una forte devozione per il Sacro Cuore, diventando di fatto “precursore” delle visitazioni di Paray-le-Monial a Santa Margherita (nata dopo la morte di Fra Tommaso: nel 1647).

Una delle caratteristiche che caratterizzano il Beato bergamasco era il suo questuare. «Ha trasformato l’andare di casa in casa – spiega il vice postulatore – chiedendo l’elemosina, stringendo le mani, chiedendo pane e vino per i poveri e i suoi fratelli, nell’andare di anima in anima: questa è la grandezza del fratello questuante a contatto con la gente, sia umili, sia nobili, sino ad arrivare all’imperatore Ferdinando II».

Il Centro Studi “Fra Tommaso Acerbis” ha organizzato un ciclo di conferenze che si terranno alle ore 20 presso la Sala Conferenze dei Frati Cappuccini a Bergamo (in via dei Cappuccini, 8) dal titolo “Tommaso da Olera, Europa cattolica, Europa protestante nella prima età moderna”.

Lunedì 8 maggio interverrà Mario Rosa, professore emerito presso la Normale di Pisa, Membro dell’Accademia dei Lincei, Condirettore della “Rivista di Storia e letterature religiosa” presso l’editore Olschki. La serata avrà come tema “Tommaso e la pietà barocca”.

Lunedì 15 maggio la relazione è affidata a Giacomo Jori, professore straordinario di Letteratura italiana moderna nell’Università della Svizzera Italiana e redattore di “Lettere italiane” e della “Rivista di Storia e Letteratura Religiosa”. Titolo dell’incontro: “Tommaso e la tradizione mistica”.

Lunedì 22 maggio chiuderà il ciclo di appuntamenti Marco Pellegrini, professore associato di Storia Moderna e di Storia delle Religioni presso il dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo e Socio dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo, del Centro Studi Tassiani e dell’Accademia Ambrosiana, Classe di studi Borromaici di Milano.

Condividi su:

Continua a leggere

Il Papu, che Tigre!
Antenna 2 Tg 03 05 2017