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Tagli al sociale, è scontro ad Albino

Albino

Ad Albino è polemica tra maggioranza e minoranza per i tagli al sociale. La decisione dell’Amministrazione comunale di non pagare più le rette per alcune persone ospitate in strutture protette ha provocato una dura reazione da parte del gruppo «Per Albino – Progetto Civico».

«I fatti sono semplici nella loro gravità – esordisce il capogruppo Gerry Gualini -. Siamo venuti a sapere che quattro persone ospitate nei mini-alloggi di una cooperativa non usufruiranno più dei benefici previsti finora. In sostanza, il Comune pagava le rette per queste persone in grave situazione di disagio e adesso per mancanza di fondi non continuerà a farlo».

Secondo Gualini, le soluzioni alternative messe in campo per queste persone «saranno sicuramente al ribasso e metteranno a repentaglio il lavoro fatto in questi anni. Un lavoro – continua il capogruppo di minoranza ed ex assessore ai Servizi sociali – che ha portato queste persone ad essere nelle loro possibilità autosufficienti o comunque in situazioni di equilibrio». Gualini evidenzia che un’altra persona è stata raggiunta da una comunicazione simile, «semplicemente perché non ci sono risorse a bilancio».

L’esponente di Progetto Civico punta il dito contro l’amministrazione. «È evidente che la responsabilità non è dei Servizi sociali del Comune di Albino. Gli operatori lavorano bene e cercano di fare il loro meglio, ma naturalmente devono essere messi nelle condizioni di poterlo fare. Se dal 20 giugno in poi non ci sono più le risorse economiche, devono trovare altre soluzioni. Crediamo che questa sia una grossa responsabilità che si vanno ad assumere l’assessore ai Servizi sociali Daniele Esposito e il sindaco Fabio Terzi. Ricordo che in ultima analisi il responsabile di una persona soggetta a tutela è il sindaco». Di seguito le dichiarazioni complete di Gualini:

L’assessore Esposito rimarca anzitutto come le risorse disponibili siano sempre più risicate. «Abbiamo avuto un incremento della spesa per gli alunni che hanno bisogno dell’assistente educatore: siamo passati negli anni da 200 mila euro a quasi mezzo milione – spiega -. Giocoforza dovevamo limitare le spese in alcuni capitoli del sociale». Rispetto alle persone a cui fa riferimento la minoranza, il vicesindaco evidenzia che «le risorse erano prima messe dalla Regione, poi quota parte dal Comune e dall’Ambito territoriale. Infine, lo stesso Ambito non aveva più risorse e quindi tutto è ritornato in capo al Comune. Ci sono tagli ovunque e noi facciamo quello che possiamo».

Nello specifico, Esposito sottolinea che «già da un anno e mezzo il Comune di Albino ha cercato di trovare soluzioni alternative che garantissero un servizio di qualità per questi soggetti, ma a un prezzo inferiore. Non sono soluzioni al ribasso, come sostiene Gualini. I servizi sociali comunali, preposti a fare la valutazioni di questi casi, ritengono le alternative individuate più che valide». Nel video le dichiarazioni complete di Esposito, dove il vicesindaco entra nel merito dei singoli casi:

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