Oltre alla Cordata da record, ormai certificata come la più lunga del mondo, domenica in Presolana c’era anche una sorta di cordata invisibile. Era quella formata dalle associazioni di soccorso e protezione civile che hanno vigilato affinché tutto venisse svolto in sicurezza e che ogni possibile problema potesse essere risolto nel più breve tempo possibile.
All’opera c’era una vera e propria squadra, composta dal Soccorso alpino, dal Corpo Volontari Presolana, che si è preso l’onere di assumersi la responsabilità dell’evento, dall’associazione Akja (soccorso su piste da sci), che ha vigilato con personale certificato in stretta collaborazione con le squadre del Soccorso alpino.
Inoltre c’erano la commissione medica del Cai, che ha inviato tre medici e due infermieri, l’Associazione Nazionale Alpini – Protezione Civile, che ha garantito i collegamenti radio con l’organizzazione e con la cabina di regia dei soccorsi(sono stati anche portati in quota due ponti radio mobili per consentire le comunicazioni), i vigili del fuoco con l’elicottero “Drago” e quattro esperti nel nucleo Saf (Speleo alpino fluviale).
Il Soccorso Alpino e speleologico ha dapprima studiato e organizzato la posizione delle squadre e successivamente ha coordinato le attività dei soccorritori e degli elicotteri sul campo. In totale, erano presenti più di 100 persone adibite al soccorso. Le squadre del Soccorso alpino erano composte dai tecnici della Delegazione Orobica con un’infermiera e da tecnici della IX Delegazione Speleologica con un infermiere e un medico.



















