Album of the week

RIVERDOGS – California

E’ con estremo piacere che vado a parlarvi di “California”, il nuovo e per certi versi inatteso album dei Riverdogs, formazione che nel 1990 aveva pubblicato un album tanto bello quanto colpevolmente sottovalutato. All’epoca il nome aveva suscitato l’interesse per la presenza al suo interno del talentuoso chitarrista irlandese Vivian Campbell ( Dio, Whitesnake, Def Leppard, Last in Line ), ma la vita della band con quella formazione era durata davvero poco. I Riverdogs avevano poi continuato senza Campbell pubblicando un altro album da studio nel 1993, “Bone”, per poi sciogliersi per molti anni. Nel 2003 c’era stata una prima reunion per alcuni concerti che aveva portato alla realizzazione di alcuni demo, pubblicati poi nel 2011 sotto il titolo di “World Gone Mad”.

Ora, grazie anche all’interessamento di Frontiers Records, il quartetto è tornato con un nuovo lavoro che si candida fin da ora ad essere una delle migliori release dell’anno. Insieme a Campbell il bassista Nick Brophy, il batterista Mark Danzeisen e soprattutto il cantante/chitarrista Rob Lamothe, vero asso nella manica dei Riverdogs. La sua voce calda, blues e appassionata è da sempre una delle mie preferite, vi invito a cercare anche i suoi dischi solisti, che si muovono in territori blues/folk, per poter apprezzare in toto un artista davvero straordinario. Ma occupiamoci del disco aperto dal singolo “American Dream”, un esempio di quello che sono oggi i Riverdogs, una band matura che ha ritrovato la voglia di fare musica e che rispetto al clamoroso esordio di ben 27 anni fa ha accentuato la componente classic/blues a discapito di quella melodica che permeava molti dei pezzi del disco omonimo. “The Revolution Start Tonight” permette a Lamothe di muoversi sul suo terreno preferito, un cantato inizialmente sofferto che cresce via via nel corso del pezzo in cui poi Campbell piazza un assolo di classe sopraffina. “Something Inside” è Riverdogs al 110%, e ammetto che il piacere di poter riassaporare certe sonorità è grande. “You Are Too Rock’n’Roll” e “Welcome To The New Disaster” possiedono quel mood che soltanto le band d’oltreoceano sanno avere, un viaggio nel rock’n’roll più autentico e ruspante degli States.  11 canzoni che ci riconsegnano una band in gran forma, una sezione ritmica precisa e puntuale, un chitarrista che non ha bisogno di molte presentazioni e uno dei cantanti più sottovalutati di sempre…come si diceva una volta ? Buy Or Die ? Esatto…

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