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Incendi boschivi, è il momento di fare attenzione

Sono più che raddoppiati, gli incendi boschivi in provincia di Bergamo. Dagli 11 del 2016, si è passati ai 24 dell’anno appena concluso. Statisticamente il periodo peggiore è quello compreso tra gennaio e aprile. In questi mesi le condizioni climatiche favoriscono il propagarsi delle fiamme. C’è quindi bisogno di particolare attenzione, soprattutto quando si accendono fuochi per bruciare residui vegetali (che nel 2017, ad esempio, hanno dato origine a cinque incendi).

In un’ottica di prevenzione, questa mattina, al distaccamento dei vigili del fuoco di Gazzaniga è stato organizzato un incontro con la stampa. Pompieri e carabinieri forestali hanno voluto ribadire i comportamenti da tenere e le regole da seguire per evitare incendi. Ogni rogo, infatti, oltre ai rischi per gli operatori chiamati a spegnerlo, comporta dispendio di denaro pubblico. Per non parlare delle sanzioni a carico di chi lo innesca.

«È fondamentale attenersi alle normative e ai vincoli che ne derivano – ha spiegato il maresciallo Luca Galioto, comandante della stazione carabinieri forestali di Colzate -. Pertanto, tutti i cittadini sono tenuti a gestire in modo corretto i residui vegetali derivanti da attività di pulizia e taglio dei boschi. Questo significa raccogliere e bruciare al massimo fino a tre metri steri (tre metri cubi aria compresa, ndr) per ettaro di residui. Logicamente l’attività deve essere svolta in piccoli ammassamenti».

L’invito, però, è a considerare il fuoco come extrema ratio. «L’attività di abbruciamento dei residui vegetali, infatti, concorre ad inquinare e a immettere sostanze nell’atmosfera – ha aggiunto il maresciallo Galioto -. Non dimentichiamo, inoltre, che questa attività attualmente è consentita in deroga. Nel caso di particolari condizioni di rischio, infatti, la Regione può emanare un decreto di grave pericolo che vieta l’accensione di fuochi a meno di 100 metri dal bosco».

Da ricordare che i fuochi devono essere sempre custoditi. Nel periodo non ad alto rischio, inoltre, vanno spenti entro le 14 quando è in vigore l’ora solare ed entro le 16 con l’ora legale. «I residui da bruciare devono essere quelli previsti dalla normativa forestale, derivanti da attività selvicoluturale o agricola – ha precisato il maresciallo Galioto -. Se si va a bruciare materiale che dovrebbe essere portato in piazzola ecologica, si potrebbe configurare una gestione illecita di rifiuti con sanzioni di carattere penale». Per ogni informazione, comunque, il consiglio è di contattare il proprio Comune o la Comunità montana. È anche possibile chiamare il numero verde 1515 dell’ex Corpo forestale.

Nel frattempo, con l’assorbimento del Corpo forestale nei carabinieri, è cambiata anche la gestione degli incendi boschivi. «Le competenze sono tornate ai vigili del fuoco – ha sottolineato Enzo Pellegris, caporeparto dei vigili del fuoco di Bergamo -. Il corpo forestale è stato diviso in due parti. Una è entrata a far parte dei carabinieri e si occupa di prevenzione e repressione. Gli altri, i forestali Aib (Antincendio boschivo), continueranno insieme a noi ad occuparsi dello spegnimento degli incendi boschivi. I forestali Aib gestiscono anche la sala operativa unificata della Regione Lombardia».

Nel caso di allarme incendio, per i cittadini non cambia nulla. «Il numero da fare resta il 1515 e per la Lombardia il numero di unico d’emergenza 112 – ha aggiunto Pellegris -. A questo punto verrà diramata l’allerta dalla sala operativa, che ha sede a Curno, alle unità competenti per territorio. Verranno così attivati volontari dell’antincendio boschivo, oltre ai vigili del fuoco e ai carabinieri forestali per quanto di competenza».

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