Ad Albino via Mazzini finisce in stand by. Nell’ultimo Consiglio comunale è stata presa la decisione di rinviare il completamento dell’arredo urbano. Mancava solo la parte iniziale della via, che quindi dovrà attendere ancora un po’.
La maggioranza (Lega, Forza Italia, Civicamente Albino) ha deciso di accogliere in parte una proposta avanzata dai gruppi di minoranza “Per Albino”. In un duplice emendamento al bilancio, i consiglieri d’opposizione chiedevano di utilizzare in altro modo i 50 mila euro previsti per l’intervento. Nel dettaglio, 30 mila per la manutenzione della scuola materna “Manara” e gli altri 20 mila per la sistemazione di parco Servalli.
Gli emendamenti sono stati entrambi bocciati, ma la maggioranza si è formalmente impegnata a spostare i 30 mila euro per la scuola materna. I fondi per parco Servalli, invece, arriveranno da un piano attuativo in via di definizione. Alcuni fondi sono rimasti sul capitolo di via Mazzini e serviranno per interventi sulla zona 30 (ad esempio, per comprare nuovi paletti).
«La proposta delle minoranze ci è sembrata di buon senso e in gran parte l’abbiamo fatta nostra – osserva il sindaco Fabio Terzi -. Spiace che poi abbiano votato contro al bilancio. La mia impressione è che siamo in campagna elettorale e che quindi abbiano più che altro guardato a questo». In merito al completamento di via Mazzini, Terzi precisa: «È messo in stand by. Anche negli anni scorsi gli interventi in centro erano stati rimandati. In questo momento la priorità è rappresentata dalle scuole materne».
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Diversa, naturalmente, la versione della minoranza. «La nostra impressione è che l’amministrazione non abbia il coraggio di dire che il progetto di via Mazzini è sbagliato. Hanno usato il nostro emendamento per uscire da una situazione scomoda», commenta Gerry Gualini, capogruppo di “Per Albino”. «Abbiamo votato contro al bilancio perché c’erano anche altri punti che non ci trovavano d’accordo – prosegue il consigliere di minoranza -. Inoltre, 20 mila euro sono stati confermati sulla zona 30, progetto che continua a non soddisfare le esigenze di chi frequenta il centro».
Qui l’intervista completa: