Sono più di trenta i ragazzi che hanno deciso di avvicinarsi al mondo della Protezione civile attraverso il campo scuola promosso dalla Croce Blu di Gromo. Una settimana di full immersion, con le tende montate vicino alla sede dell’associazione e un fitto programma di incontri e attività.
L’iniziativa, alla quarta edizione, si chiama “Anch’io sono la Protezione civile” ed è promossa in collaborazione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile e Anpas. L’età dei ragazzi va dai 14 ai 16 anni; per la maggior parte provengono dalla Val Seriana. «Devo dire che sono ragazzi molto interessati e molto sul pezzo rispetto alle iniziative messe in atto», afferma Battista Santus, presidente della Croce Blu.
Tra le novità di quest’anno anche due appuntamenti con le forze dell’ordine. Ieri pomeriggio i ragazzi hanno incontrato la Polizia di Stato e la Polizia stradale, questa mattina la Guardia di finanza. «Con la Polizia sono stati affrontati i temi del bullismo, dell’uso improprio dei cellulari e della guida in stato di ebbrezza – prosegue Battista Santus -. La Guardia di finanza è stata invece presente con un elicottero di soccorso e specializzazioni che abbiamo già visto all’opera durante l’emergenza neve dello scorso anno in Centro Italia».
«Per noi è stato un piacere raccogliere questo invito della Croce Blu di Gromo, perché siamo convinti che con questi ragazzi bisogna seminare per raccogliere – sottolinea Mirella Pontiggia, vicequestore e comandante della Polizia stradale di Bergamo -. Occorre instaurare una cultura della sicurezza stradale, la cronaca insegna quello che accade quotidianamente sulle nostre strade: tanti incidenti, spesso con lesioni gravi o mortali. Fondamentale è la consapevolezza, scegliere se vivere o se farsi male. Quello che insegniamo, dai bambini dell’asilo ai ragazzi delle superiori, è di osservare le norme del codice della strada e pensare sempre alla propria e altrui sicurezza».
Un risalto particolare è stato dato al tema dell’uso dello smartphone alla guida. «Negli ultimi anni la causa maggiore di incidenti stradali non è più l’alcol o la droga, ma la distrazione – prosegue la comandante della Stradale -. Nessuno di noi è multitasking: il nostro cervello può fare bene solo una cosa alla volta. Quando si guida bisogna pensare solo alla strada e non farsi distrarre, soprattutto dagli smartphone. Leggere un messaggio per 5 secondi è come percorrere 300 metri ad occhi chiusi».
Naturalmente, la Polizia stradale ha insistito anche sul tema della guida in stato di ebbrezza. Per far capire cosa significhi, i ragazzi sono stati invitati ad indossare una maschera speciale. «Permette di simulare la guida sotto l’effetto di alcol – aggiunge Mirella Pontiggia -. Facciamo compiere un percorso e i ragazzi fanno fatica a mantenere la strada, investono i birilli, calpestano degli ostacoli, non riescono a stringere una mano o ad afferrare al volo un oggetto che gli viene lanciato. Questo è il pericolo che si corre con la guida sotto l’effetto di alcol o di sostanze stupefacenti».
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